Bruxelles – Sempre più lontano lo sblocco dei fondi del Bilancio Ue a lungo termine (2021-2027) e del Recovery Fund. I negoziati tra presidenza tedesca di turno al Consiglio UE e Parlamento sulle risorse di bilancio destinate ai prossimi sette anni sono stati formalmente sospesi ieri sera (8 ottobre) al termine del settimo ciclo di negoziati tra le due squadre negoziali. Lo ha annunciato in serata il portavoce del Parlamento europeo, Jaume Duch, in un tweet.
#MFF #OwnResources talks interrupted. Without a viable proposal from the @EU2020DE to increase the ceilings, impossible to move on. Margins and flexibility are for unforeseen needs, not for budgetary tricks.
— Jaume Duch (@jduch) October 8, 2020
Negoziati in stallo fino a quando la presidenza tedesca di turno al Consiglio UE non avrà presentato un’altra offerta, spiegano dal Parlamento. Al termine di un nuovo ciclo di negoziati risultato infruttuoso, i negoziatori dell’Eurocamera hanno respinto l’ultima proposta avanzata dal Consiglio per poi sospendere poche ore più tardi le trattative, almeno fino a che Berlino non avrà messo sul piatto una nuova offerta.“Senza una valida proposta è impossibile andare avanti”. Già la scorsa settimana, in apertura al vertice dei capi di Stato e di governo, il presidente del Parlamento David Sassoli aveva rivolto l’invito ai leader a “mettere sul tavolo nuove proposte” su cui lavorare nei pochi mesi che rimangono fino alla fine del 2020, quando si esaurirà l’attuale bilancio a lungo termine.
Progressi sono stati compiuti sulla questione delle risorse proprie, le nuove entrate fiscali dell’Unione che dovrebbero entrare in attività, una dopo l’altra, dal prossimo gennaio 2021 fino al 2026. Ciò che non va ancora sono le varie voci del bilancio a lungo termine che sono state tagliate “ingiustamente” al vertice del 17-21 luglio. In sostanza, il Parlamento chiede più risorse nel Bilancio – nelle conclusioni del vertice pari a 1.074 miliardi di euro per sette anni – e la possibilità di alzare i massimali del QFP (Quadro finanziario pluriennale), soluzione che il Consiglio per ora esclude.
Il Parlamento ha individuato 15 programmi strategici che definisce “programmi faro” dell’UE (in origine erano 40, poi ridimensionati) per i quali sta chiedendo un rafforzamento in termini di risorse. “Stiamo aspettando che il Consiglio aggiorni il suo mandato negoziale e finalmente torni con una proposta che tenga conto della richiesta chiave del Parlamento di migliorare 15 programmi faro dell’UE , con veri rinforzi, a beneficio dei cittadini “, scrivono i negoziatori. Tra questi, clima, transizione digitale, salute, gioventù, cultura, infrastrutture, ricerca, gestione delle frontiere e solidarietà.
Il Parlamento questa volta non sembra disposto a cedere alle richieste degli Stati membri. Per sbloccare la situazione è necessaria una valida proposta della presidenza tedesca che aumenti i massimali del bilancio, almeno per quanto riguarda i programmi sopra citati. In mancanza di un accordo sul quadro finanziario o con la bocciatura del budget pluriennale da parte degli eurodeputati (che possono bocciare o approvare la proposta di bilancio in blocco, senza possibilità di emendarla) si fa sempre più reale la possibilità di entrare nel 2021 in esercizio provvisorio di bilancio. Il che finirebbe per rallentare lo sblocco delle risorse destinate alla ripresa economica dal Coronavirus e anche l’applicazione dei vari programmi europei.