Roma – Riscritti i decreti sicurezza dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. La maggioranza ha raggiunto l’accordo per correzioni significative in materia di immigrazione e ieri il Consiglio dei ministri ha deliberato il nuovo testo. Sono otto gli articoli che modificano la normativa attuale con un passo avanti importante, seppure simbolico: scompare la parola “sicurezza”.
Torna il permesso di soggiorno per protezione speciale (ex umanitaria) che verrà rilasciato dalle commissioni territoriali. Non sono ammessi il respingimento o l’espulsione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi che rischi di essere sottoposta a tortura o a trattamenti inumani e degradanti”. Divieto che vale soprattutto dove avvengono violazioni sistematiche e gravi dei diritti umani. Vietati i respingimenti anche in “violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare”, fatti salvi quelli adottati per ragioni di sicurezza nazionale.
Si torna al passato pure nel settore dell’accoglienza inclusiva, con i Comuni che tornano essere centrali e, nei limiti dei posti, possono tornare ad accogliere nelle strutture autorizzate anche chi è in attesa dello status di rifugiato, possibilità che prima era esclusa. Nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) vengono reinseriti anche i servizi di assistenza sanitaria, i corsi di lingua e di orientamento legale e formativo.
Il tempo di permanenza nei CPR viene dimezzato da 180 a 90 giorni, prorogabile quando lo straniero sia cittadino di un Paese con cui l’Italia non ha sottoscritto gli accordi in materia di rimpatri. Accorciati da quattro a tre anni anche i tempi per la richiesta di cittadinanza per naturalizzazione e matrimonio. In materia di cittadinanza viene cancellato il divieto di iscrizione anagrafica per i richiedenti asilo de testo precedente che su questo punto era stato censurato anche dalla Corte Costituzionale.
Cambio di rotta anche per le ONG e i salvataggi in mare, un punto su cui aveva fatto dei rilievi specifici anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Vengono cancellate le multe milionarie e non si incorre in divieti se si opera il soccorso e lo si comunica immediatamente al centro di coordinamento. In caso di ingresso forzoso in acque territoriali l’illecito da amministrativo diventa penale, e per la sanzione si fa riferimento al Codice della navigazione (multe di 516 euro e due anni di carcere). Sanzione che può arrivare fino 50 mila euro ma si paga solo se si è colpevoli perché sarà un giudice a deciderlo. Le ONG non hanno diffuso ancora una valutazione complessiva delle modifiche, anche se in anticipo avevano mantenuto un giudizio negativo verso norme in cui permane “un atteggiamento criminogeno” verso chi opera i salvataggi in mare, “un preconcetto che si è dimostrato infondato”.