Bruxelles – Un via libera e la conferma di uno stop. È questo quanto emerge dalla presentazione della Comunicazione sulla politica di allargamento dell’UE e il Pacchetto sull’Allargamento 2020 con un Piano economico e di investimenti della Commissione Europea, che valutano l’attuazione delle riforme fondamentali nei Balcani occidentali e in Turchia e forniscono raccomandazioni sulle prossime tappe per questi partner. Dalla relazione di oggi (martedì 6 ottobre) del commissario per la Politica di vicinato e l’allargamento, Olivér Várhelyi, sembra evidente che le trattative con Ankara restano “a un punto morto” e “non è possibile prendere in considerazione l’apertura o la chiusura di ulteriori capitoli”. La Turchia rimane sì “un partner chiave per l’Unione”, ma “ha continuato ad allontanarsi con gravi passi indietro su democrazia, stato di diritto, diritti fondamentali e indipendenza della magistratura”, ha osservato il commissario.
Lo stesso non si può invece dire per i Balcani occidentali, che dalla relazione hanno ricevuto una grossa spinta: “L’attuazione dinamica dei nostri orientamenti accelererà i loro progressi sul percorso verso l’ingresso nell’Unione e porterà risultati duraturi”, ha commentato Várhelyi. Una valutazione condivisa dall’Alto rappresentante dell’UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell: “I cittadini dei Balcani occidentali fanno parte dell’Unione Europea. Le relazioni sul Pacchetto allargamento indicano la via da seguire”. A conferma di questo indirizzo, parallelamente è stato presentato il Piano economico e di investimenti per i Balcani occidentali, “per stimolare la loro ripresa a lungo termine e accelerare la loro convergenza economica con l’Unione Europea”, ha aggiunto il commissario Várhelyi.
The EU is not complete without the #WesternBalkans. A credible enlargement policy is an investment in peace and security for the whole of Europe, even more so in times of increasing global challenges. #EUenlargement https://t.co/p4jPYM4kST
— Josep Borrell Fontelles (@JosepBorrellF) October 6, 2020
Lo stato delle riforme
La politica di allargamento ai Balcani occidentali è prima di tutto un investimento geostrategico per la pace, la sicurezza e la crescita economica in tutta Europa, come già aveva dichiarato lo stesso commissario durante un’audizione alla commissione Affari esteri della Camera dei deputati il 10 settembre scorso. La sfida maggiore per i Paesi di questa regione rimane il consolidamento dello Stato di diritto, determinato da una lentezza generale per garantire i principi dell’indipendenza giudiziaria, della lotta alla corruzione, della libertà di espressione e del pluralismo dei media.
Per la prima volta la Commissione ha valutato lo stato dei negoziati sia con il Montenegro che con la Serbia. A questo punto le conferenze intergovernative dovranno stabilire le sedi per la ripresa del dialogo sulle riforme, fare il punto del processo di adesione e definire la pianificazione per il 2021, compresa l’apertura e la chiusura dei capitoli negoziali. Prime conferenze intergovernative attese anche per l’Albania e la Macedonia del Nord, dopo l’adozione dei quadri negoziali da parte del Consiglio. In particolare l’Albania ha già compiuto progressi decisivi nell’attuazione delle riforme richieste ed è vicina a soddisfare le condizioni fissate dal Consiglio.
Per quanto riguarda la Bosnia ed Erzegovina, la Commissione si aspetta che vengano affrontate con più determinazione le 14 priorità chiave da soddisfare per la sua domanda di adesione all’UE. Al Kosovo la Commissione raccomanda un’intensificazione degli sforzi attraverso l’attuazione dell’Accordo di stabilizzazione e associazione. Dopo le valutazioni della Commissione i relatori della commissione Affari esteri del Parlamento Europeo redigeranno relazioni Paese per Paese, delineando le conclusioni e le raccomandazioni del Parlamento.
Il Piano economico e di investimenti
Per accelerare il processo di avvicinamento della regione agli standard UE, la Commissione ha varato poi il Piano economico e di investimento globale per i Balcani occidentali. Questo piano punta a stimolare la ripresa a lungo termine, la transizione verde e digitale e la cooperazione economica regionale: tutti obiettivi che si sono visti anche a livello comunitario con il Next Generation EU e il Green New Deal. Un pacchetto di investimenti che mobilita fino a 9 miliardi di euro di finanziamenti per la regione: “Questo piano dovrebbe aiutare a trasformare i Balcani occidentali in una delle regioni più attraenti per gli investimenti nel mondo”, ha commentato il commissario Várhelyi in modo ambizioso. “Sarà un sostegno fondamentale nei settori del trasporto, dell’energia e della transizione verde e digitale, per stimolare una crescita sostenibile e posti di lavoro”.
L’attuazione del Piano economico per i Balcani occidentali sarà finanziata da una combinazione di sovvenzioni UE e di prestiti da istituzioni finanziarie internazionali, tra cui la Banca europea per gli investimenti (BEI) e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS). “Possiamo fornire garanzie per contribuire a ridurre il costo del finanziamento per investimenti pubblici e privati”, ha aggiunto il commissario. “In questo modo si mobiliteranno potenzialmente investimenti fino a 20 miliardi di euro nel prossimo decennio. Sommati tutti insieme fanno 29 miliardi, circa il 30 per cento del prodotto interno lordo dell’intera regione”.
We have adopted an Economic and Investment Plan for the #WesternBalkans.
It will mobilise up to €9 billion of funding in the areas of transport, energy, green and digital transition, to create long-term growth and jobs.
More here → https://t.co/3HtGxjzTEN #EUenlargement pic.twitter.com/sJHbRJHmAU
— European Commission (@EU_Commission) October 6, 2020
Individuati dal Piano 10 fari per gli investimenti: “Tra questi, abbiamo posto l’accento sull’ultimazione dei principali collegamenti stradali e ferroviari della regione. Poi vogliamo concentrarli sullo sviluppo delle energie rinnovabili e sulla transizione dal carbone a un’economia verde”, ha specificato Várhelyi. “Saranno incentivati gli investimenti nel settore privato per aumentare la competitività e l’innovazione, in particolare delle piccole e medie imprese”. Rimane un pilastro fondamentale anche l’Agenda verde dei Balcani occidentali, che dovrebbe essere adottata al vertice dei Balcani occidentali a Sofia il prossimo mese (novembre 2020). L’agenda prevede azioni su cinque punti chiave: lotta contro i cambiamenti climatici, impulso all’economia circolare, tutela della biodiversità, contrasto all’inquinamento di aria, acqua e suolo e transizione verso sistemi alimentari sostenibili. La digitalizzazione sarà un punto centrale in questa strategia, in linea con il concetto di doppia transizione verde e digitale.
Già ad aprile la Commissione aveva annunciato un pacchetto di sostegno finanziario da 3,3 miliardi di euro per i Balcani occidentali per affrontare sia le esigenze sanitarie sia la ripresa sociale ed economica della pandemia Covid-19. Il piano doveva essere annunciato al vertice UE-Balcani occidentali dello scorso 6 maggio, ma era stato rinviato all’autunno per alcune controversie sul quadro finanziario pluriennale dell’UE.