Bruxelles – Emmanuel Macron e David Sassoli a confronto sulle sessioni plenarie a Strasburgo. In occasione del vertice straordinario dei capi di Stato e di governo dell’UE, il presidente del Parlamento europeo e il presidente francese hanno discusso in separata sede dei lavori dell’Eurocamera. Macron non ha nascosto il suo disappunto per il continuo rinvio del ritorno degli europarlamentari nella sede francese, e ha colto l’occasione per parlarne a quattr’occhi con Sassoli.
La linea del Parlamento non cambia. “Ho spiegato che il problema vero non riguarda solo i deputati, perché andare da Roma a Bruxelles o da Roma a Strasburgo è la stessa cosa, sono due zone contagiate”, racconta Sassoli a proposito dei contenuti del bilaterale. “Il problema è il trasferimento di migliaia di persone dell’amministrazione e del nostro staff da Bruxelles a Strasburgo e il rientro“. A Macron “ho spiegato che questo rischio non possiamo correrlo, perché significherebbe bloccare il Parlamento”.
La questione dunque è legata al trasferimento di funzionari e assistenti. In base ai Trattati, una volta al mese i lavori del Parlamento europeo devono svolgersi a Strasburgo, e questo implica lo spostamento non solo dei 705 europarlamentari, ma degli assistenti accreditati e pure del personale dell’istituzione. Nella discussione “amichevole” tenuta a margine del vertice del Consiglio europeo, Sassoli ha assicurato che “appena la situazione del Covid nel Basso Reno e nella Ville de Strasbourg migliorerà, noi torneremo immediatamente“. Macron, spiega ancora Sassoli, “sa che appena ci saranno valori inferiori, il nostro ritorno sarà molto rapido”.
Le sessioni plenarie a Strasburgo, causa Covid, sono state annullate a partire da febbraio. Da allora tutte le riunioni d’Aula si sono tenute a Bruxelles, con parte dei deputati collegati in videoconferenza.