Roma – La Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza e un primo esame sui numeri della manovra è stato al centro del vertice di maggioranza di ieri. Il governo italiano prepara così i compiti da consegnare a Bruxelles e dare avvio al ciclo autunnale di bilancio.
La flessione del Pil prevista dalla NaDef scende a una cifra – 9% nel 2020 e un ribalzo del 6 % nel prossimo anno. Il deficit è invece fissato al 10,8 % per scendere al 7 % nel 2021. La cifra del debito già indicato nel 2020 al 158 % scenderà al 155% e negli anni successivi di due punti all’anno.
“Fra Recovery plan e spinta di bilancio ci saranno 40 miliardi di euro di espansione fiscale”, ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, illustrando i saldi della manovra. Stanziamenti per investimenti che saranno divisi tra pubblico e privato e procedendo con una riforma fiscale che vedrà modifiche alle aliquote e un sistema semplificato.
Si tratta dell’impalcatura iniziale sulla quale sarà costruita la legge di bilancio dove troverà spazio un primo utilizzo dei fondi UE che andrebbero a coprire con circa 22 miliardi la spinta fiscale decisa ieri e che sarà portata insieme ai numeri delle previsioni macroeconomiche al Consiglio dei ministri di oggi. Il via libero definitivo domenica insieme alla nuova versione dei decreti sicurezza, altro tema caldo su cui i Pd e Cinquestelle hanno raggiunto un’intesa.
Resta invece congelato il confronto sull’utilizzo del MES. La linea di credito sulle spese sanitarie, così come la gran parte degli altri prestiti previsti dal Recovery and resilience facility, nelle intenzioni del governo non dovrebbe rientrare nella prossima legge di bilancio. Dal 2021, l’utilizzo di risorse per finanziare spese già previste e progetti in corsa con tassi molto più vantaggiosi di quelli di mercato e tempi più dilatati, resta un’ipotesi su cui l’esecutivo sta ragionando. E’ la messa in chiaro di quelle “scelte modulari” accennate precedentemente dal ministro Gualtieri: in questo caso la dotazione finanziaria di 209 miliardi (in particolare per la quota di 127 miliardi dei loans) prevista per il nostro Paese, potrebbe essere utilizzata solo in parte per nuovi investimenti e invece impiegata per alleggerire il peso del debito.