Bruxelles – “Nemmeno dopo la crisi scatenata dalla pandemia Covid-19 sono cambiate le ambizioni della Commissione Europea: lo sviluppo sostenibile era e rimane il nostro obiettivo stabile per il futuro”. Paolo Gentiloni, commissario europeo per l’Economia, non usa giri di parole nel parlare delle prospettive dell’Agenda 2030 per l’Unione Europea, anche dopo gli stravolgimenti economici e sanitari degli ultimi sei mesi. Nel suo intervento di venerdì 25 settembre all‘incontro sullo sviluppo sostenibile, organizzato dalla fondazione openDemocracy, il commissario ha spiegato come il nuovo piano di ripresa dell’economia europea si concilierà con le prospettive di un futuro meno legato al carbon-fossile.
“Abbiamo uno strumento, che è il Next Generation Europe, e un orizzonte per il futuro, che è il Green New Deal. Il piano di rilancio dell’economia dopo la crisi Covid-19 è un’opportunità straordinaria per cambiare passo sullo sviluppo sostenibile”. Come si dovrebbe declinare questa promessa a livello pratico Gentiloni lo spiega con tre numeri: “55, 37 e 30. Come ha spiegato nel discorso sullo stato dell’Unione la presidente Ursula von der Leyen, l’obiettivo dell’UE è di ridurre del 55 per cento le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030. Per fare questo, il 37 per cento dei fondi derivati dal Next Generation EU saranno direttamente spesi in obiettivi climatici in linea con il Green Deal”. Non solo: “Il 30 per cento dei 750 miliardi del Next Generation EU saranno da reperire attraverso green bond, obbligazioni verdi che coinvolgono il mercato finanziario nella transizione ecologica”. Secondo le parole del commissario per l’Economia, “il Next Generation Europe è il più grande pacchetto per lo sviluppo sostenibile che esista sul mercato“.
Una volta ricordati i numeri che confermano l’impegno economico UE nella transizione ecologica, Gentiloni alza l’asticella sulle prospettive future dell’Unione: “Siamo il primo continente con una prospettiva al 2050, mentre molti altri Paesi non si sentono legati all’Accordo di Parigi del 2015”. Ecco perché “l’Unione Europea deve assumere la leadership globale sulle questioni climatiche e ambientali. Questa volontà di investimenti pubblici e privati lo dimostra”.
Mobilità sostenibile ed efficienza energetica nel settore dell’edilizia saranno i due cardini della futura azione di sostegno all’economia europea: “Sappiamo di non poter indebolire le nostre industrie. Dobbiamo discutere con i Paesi membri su piani d’investimento ad hoc per guidare la transizione senza mettere a rischio il tessuto economico degli Stati”. Se quindi ogni governo farà i suoi piani, sarà compito dell’UE quello di “vigilare che non siano tenuti in considerazione solo gli interessi politici immediati, ma soprattutto le prospettive di sviluppo per l’avvenire”. Lo strumento per gli investimenti è dato dal Next Generation Europe, l’ambizione comunitaria dal Green New Deal: “Il nostro welfare e la competitività sul mercato globale saranno le punte di diamante su cui basare il futuro dei giovani europei”.