Bruxelles – Attenzione alle condizioni da soddisfare per ricevere i soldi europei, lavorare bene alla lista delle cose da fare, e soprattutto allegare la nota spese, con indicazione di entrate e uscite per l’attuazione di riforme e investimenti. La Commissione europea si rivolge agli Stati membri, ancora una volta, per aiutarli a produrre documentazione quanto più soddisfacente possibile per la strategia di rilancio delle economia dei Ventisette. Lasciando intendere che per tutto il 2021 il patto di stabilità con le sue regole resterà in sospeso.
In una lettera indirizzata ai ministri delle Finanze dei Paesi, il vice presidente Valdis Dombrovskis e il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, invitano a “fornire informazioni sulle entrate e le spese relative al fondo per la ripresa incluse nei vostri piani di bilancio”. L’intento di questi “chiarimenti”, come si legge nella lettera, è quello di “agevolare la preparazione” delle politiche di bilancio per il 2021, comprendenti le politiche di rilancio e non slegate da queste.
A partire da metà ottobre si aspettano le prime bozze di strategie nazionali per la ripresa, necessarie per sbloccare le risorse del Fondo per la ripresa. Un esborso legato però al completamento delle riforme, come chiaramente enunciato nelle linee guida dello stesso esecutivo comunitario. Gentiloni e Dombrovskis richiamano l’attenzione anche su questo aspetto. “La pianificazione della politica di bilancio per il 2021 dovrebbe considerare quanto più possibile la realizzazione delle riforme e degli investimenti previsti dal Fondo per la ripresa”.
L’appello alle riforme dunque si estende oltre la strategia per la ripresa, andando a interessare i progetti di bilancio per l’anno successivo, che gli Stati membri della zona euro devono pubblicare entro il 15 ottobre (i non-euro, invece, entro il 31 dicembre). Dunque per i Paesi come l’Italia la strada tracciata è quella solita, e i contenuti della lettera per nulla nuovi. Fare le riforme, e fornire indicazioni chiare sui costi necessari per attuarle.
In questo, va tenuto presente che le regole sulla spesa e l’attenzione ai conti pubblici resteranno inapplicate. Gentiloni e Dombrovskis scrivonp che, come già detto in altre occasioni, nella primavera del 2021 si faranno le valutazioni del caso e, tenuto conto degli andamenti macroeconomici, si deciderà sull’attuazione delle clausole di fuga, quelle che sospendono le regole del patto di stabilità. Si parte dall’assunto che le clausole restano in vigore, e dunque tra sei mesi si deve decidere se reintrodurre le norme. Se la situazione economica non lo permetterà, il patto di stabilità resterà inattuato anche oltre la primavera, a tutto il 2021.