Bruxelles – Rafforzare democrazia, stato di diritto e valori fondanti dell’Ue. Per la commissione per le libertà civili (LIBE) all’Europarlamento, l’UE deve dotarsi di un nuovo meccanismo volto a proteggere e rafforzare in maniera adeguata i valori dell’Unione europea da carenze generalizzate da parte degli Stati membri, eventualmente collegandolo alle risorse del bilancio comunitario a lungo termine (2021-2027). In commissione LIBE gli eurodeputati hanno approvato martedì 22 settembre con 51 voti favorevoli, 14 contrari e un astenuto il testo di una relazione per stabilire questo meccanismo permanente dell’Unione per la protezione dello stato di diritto e della democrazia.
The legislative initiative report by @MSimecka calling for the establishment of a permanent 🇪🇺mechanism on democracy, the #RuleofLaw and fundamental rights has been adopted in @EP_Justice with 51 votes to 14 and 1 abstention. Read the press release: https://t.co/WcJWBQXiYA
— LIBE Committee Press (@EP_Justice) September 22, 2020
Il testo farà da base legislativa per la posizione che l’intero Parlamento dovrà approvare sulla questione dello stato di diritto e che sarà discussa e approvata durante la prossima seduta plenaria (5-8 ottobre). La tutela dello stato di diritto rappresenta una delle linee rosse per il Parlamento europeo sul tavolo dei negoziati con la presidenza tedesca di turno al Consiglio dell’UE per le risorse del bilancio dei prossimi sette anni. La questione era stata messa in secondo piano al vertice europeo di luglio ma l’Eurocamera ha lasciato intendere a più riprese che cercherà nei prossimi mesi di legare le risorse del bilancio al rispetto dello stato di diritto e degli altri valori europei.
Nel testo approvato si sottolineano le preoccupazioni degli eurodeputati per “l’ascesa e il radicamento di tendenze autocratiche e illiberali, ulteriormente aggravate dalla pandemia di Covid-19 e dalla recessione economica, nonché dalla corruzione e dall’appropriazione dello Stato” in diversi Stati membri. La crisi da Coronavirus ha messo in luce tutte le difficoltà che ha l’Unione europea a “controllare” gli Stati membri dal punto di vista della tutela del principio dello stato di diritto. In particolare, l’approvazione di una legge sullo stato di emergenza in Ungheria che rafforzava di fatto i poteri in capo all’esecutivo (e che mancava di chiari limiti temporali) ha preoccupato una Commissione europea incapace di prendere provvedimenti concreti in merito, così come per la volontà della Polonia di indire le elezioni presidenziali il 10 maggio (poi rimandate) in piena crisi sanitaria e nonostante le restrizioni imposte per arginare la diffusione dei contagi nel Paese.
Gli attuali strumenti a disposizione dell’Esecutivo comunitario per “punire” gli Stati che si allontanano dal perimetro dei valori democratici sono inadeguati, tra questi le procedure di infrazione e l’opzione ‘nucleare’ prevista dall’articolo 7 del Trattato di Lisbona, ovvero la sospensione del diritto di voto. A questi si aggiungerà entro il mese di settembre la pubblicazione da parte della Commissione europea di un nuovo meccanismo di natura preventiva: una relazione annuale sullo stato di diritto in Europa che nelle intenzioni del Berlaymont dovrà favorire un approccio inter-istituzionale e un dialogo interattivo sull’evoluzione dello stato di diritto nei vari Stati membri, mettendo a punto una serie di raccomandazioni e valutazioni sui traguardi raggiunti e su quelli ancora lontani dall’essere perseguiti.
Per il Parlamento europeo non basta e bisogna fare di più. Serve un “programma solido, completo e positivo” per proteggere e rafforzare efficacemente i valori dell’UE. Per prevenire “ulteriori arretramenti democratici, l’UE ha bisogno di un cambio di passo per porre la protezione dei suoi valori al centro della politica europea. Proponiamo un accordo interistituzionale legalmente vincolante che consoliderà e rafforzerà le iniziative esistenti, il che a sua volta aumenterà la capacità dell’UE di proteggersi “, ha affermato il relatore della relazione, il liberale Michal Šimečka. Per questo propone un ciclo di monitoraggio annuale dei valori dell’Unione, legalmente vincolante, e un accordo interistituzionale tra Parlamento, Consiglio e Commissione. Il ciclo di monitoraggio annuale dovrà contenere “raccomandazioni specifiche per Paese, con scadenze e obiettivi per l’attuazione, da monitorare nelle successive relazioni annuali o urgenti”, si legge nel rapporto. La mancata attuazione delle
raccomandazioni dovrà essere seguita da concreti provvedimenti da parte dell’Unione europea.
Si fa cenno inoltre alla possibilità che, a lungo termine, il rafforzamento della capacità dell’Unione di promuovere e difendere il suo nucleo costituzionale “richiederà una modifica dei Trattati dell’Unione europea. Ma si rimanda la discussione alla Conferenza sul futuro dell’Europa, che ancora non ha una data di avvio.