Bruxelles – La violenza perpetrata da Alexander Lukashenko ai danni di manifestanti pacifici in Bielorussia è “inaccettabile”. Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, chiede al presidente di Bielorussia “di liberare tutte le persone detenute e impegnarsi in un dialogo con il Comitato di coordinamento” e con i rappresentanti del popolo di Bielorussia. Per l’Unione europea l’unica via percorribile è quella di “una pacifica transizione al potere” per la leader dell’opposizione Sviatlana Tsikhanouskaja.
Si è appena chiuso il sesto fine settimana consecutivo di proteste e manifestazioni a Minsk contro il risultato elettorale del 9 agosto scorso, con centinaia di nuovi arresti, e Sviatlana Tsikhanouskaja si trova oggi, 21 settembre, a Bruxelles per chiedere nuovamente il sostegno della comunità internazionale “per vincere la nostra battaglia” e favorire una transizione al potere democratica nel Paese.
“Sono contento di vedere che sta bene”, la accoglie David Sassoli al Parlamento europeo, dove nel primo pomeriggio Tsikhanouskaja interverrà ai lavori della commissione Affari Esteri (AFET) dell’Europarlamento. Sfortunatamente, aggiunge il presidente dell’Eurocamera, sono in migliaia i bielorussi al momento “in detenzione, molti di loro torturati nel proprio Paese”. Per quarantacinque giorni “hanno manifestato in strada per poter esercitare il loro diritto di scegliere”. Il Parlamento europeo ha chiarito giovedì 17 settembre con una risoluzione adottata a gran maggioranza di esigere il rispetto dei diritti civili, politici umani in Bielorussia e per sostenere l’idea che sanzioni colpiscano gli autori delle violenze. “Crediamo che i bielorussi debbano essere autori del loro destino”, spiega Sassoli.
Dal canto suo, Tsikhanouskaja ha aggiunto di essere grata al Parlamento europeo per la risoluzione con cui gli eurodeputati hanno voluto sostenere di nuovo il popolo coraggioso di Minsk. “Abbiamo chiesto alla comunità internazionale di non riconoscere la legittimità di Lukashenko, perché non è legittimato agli occhi stessi del popolo di Bielorussia”, aggiunge, convinta ormai di non poter vincere la sua battaglia per la democrazia da sola, ma unicamente con il “sostegno della comunità internazionale”.
Da Bruxelles si lavora sin da agosto per sanzionare una quarantina di persone appartenenti al regime di Lukashenko – compresi funzionari di alto livello – con nuove misure restrittive, che al momento sono però in una fase di stallo. A fine agosto, nel vertice informale di Gymnich, i titolari degli Esteri dei Ventisette avevano raggiunto un accordo politico di massima per stilare una lista nera di funzionari da sanzionare “il prima possibile”. Decisioni su eventuali sanzioni devono però essere adottate dai leader dell’Unione all’unanimità e sembra che Cipro abbia “preso in ostaggio” le sanzioni contro Lukashenko per costringere gli altri leader europei ad accordarsi sulle sanzioni contro la Turchia, per risolvere le controversie energetiche nel Mediterraneo orientale. Le tensioni nel Mediterraneo orientale rappresentano l’altra grande questione su cui i Paesi membri non sono d’accordo. Il tema sarà riaffrontato oggi in sede di Consiglio degli Esteri e l’alto rappresentante UE per la politica estera e di sicurezza Josep Borrell ha incontrato in mattinata Tsikhanouskaja per ribadirle il sostegno di Bruxelles. “Il popolo bielorusso dovrebbe poter scegliere liberamente il proprio presidente, senza persecuzioni e repressioni. Solo un dialogo nazionale inclusivo può portare a una soluzione pacifica e sostenibile”, ha scritto su Twitter.
L’appoggio rinnovato della Russia a Lukashenko ha reso l’Unione europea ancora più cauta in termini di misure restrittive. Oltre al prestito da 1,5 miliardi di dollari annunciato da Vladimir Putin, secondo l’agenzia di stampa Interfax, dal 22 al 25 settembre si svolgerà la fase 2 dell’esercitazione militare fra Russia e Bielorussia ‘Fratellanza Slava 2020’. Nuovi militari russi in Bielorussia. “Sullo sfondo della situazione politico-militare che si sta evolvendo intorno alla Bielorussia, il presidente ha deciso di tenere la Fase 2 dell’esercitazione”, ha detto il ministero della Difesa bielorusso. Ora le forze “si concentreranno su operazioni congiunte che garantiranno la sicurezza militare dello Stato”, ha detto. “Le operazioni coinvolgeranno circa 6.000 soldati e piu’ di 500 mezzi militari, tra cui circa 1.000 soldati e fino a 100 mezzi militari delle Forze Armate della Federazione Russa”, ha detto il ministero.