Bruxelles – Era stato annunciato dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, durante il corso del discorso sullo stato dell’Unione (mercoledì 16 settembre): “I progressi nella lotta contro il razzismo e l’odio sono fragili. È difficile da vincere, ma molto facilmente persi. Quindi ora è il momento di cambiare e la Commissione sta proponendo un Piano d’azione per iniziare a farlo”. Oggi, venerdì 18 settembre 2020, il Piano d’azione dell’Unione Europea contro il razzismo 2020-2025 è realtà. Un piano che prevede una serie di azioni per contrastare il razzismo attraverso il diritto dell’UE, ma anche attraverso altri mezzi: dalla collaborazione con gli Stati membri, soprattutto le forze dell’ordine nazionali, i media e la società civile, all’esame della diversità etnica delle risorse umane della Commissione, fino al reclutamento di un coordinatore europeo per la lotta al razzismo.
“Siamo giunti al momento della resa dei conti. Le proteste hanno inviato un messaggio chiaro: il cambiamento deve avvenire ora”, ha esordito Věra Jourová, vicepresidente della Commissione per Valori e trasparenza. “Non sarà facile, ma va fatto perché la rabbia sta crescendo anche in Europa. Non abbiamo fatto abbastanza in passato, ma lavoreremo di più“. La vicepresidente ha sottolineato le due linee di azione del Piano: “Non esiteremo a rafforzare la legislazione, se necessario, e allo stesso tempo la Commissione adatterà la sua politica di reclutamento per riflettere meglio la diversità presente nella società europea”.
Le ha fatto eco Helena Dalli, commissaria per l’Uguaglianza: “Nessuno nasce razzista, è una questione di come si cresce. Ecco perché ognuno di noi non deve pensare solo se è anti-razzista, ma soprattutto se è contro i razzisti. Non c’è posto per la discriminazione razziale e il razzismo nelle società democratiche“. La commissaria ha fatto leva sul fatto che il razzismo va affrontato a tutti i livelli di governance, per invertire la tendenza: “Con questo Piano d’azione riconosciamo che il razzismo non è solo perpetrato dagli individui, ma è anche strutturale. Questo è il motivo per cui siamo attenti all’atteggiamento delle forze dell’ordine, agli stereotipi e alle preoccupazioni economiche. E incoraggiamo i Paesi membri ad adottare i rispettivi piani d’azione contro il razzismo”.
Cosa prevede il Piano
Il Piano prevede cinque livelli di azione. I due punti-chiave riguardano la nomina di un coordinatore alla lotta contro il razzismo e l’impegno della Commissione a migliorare la rappresentatività del proprio personale.
In primo luogo, la Commissione ha istituito la figura del coordinatore per la lotta contro il razzismo per avviare un dialogo regolare con le parti interessate, cioè istituzioni nazionali e minoranze etniche, incontrandosi con loro almeno due volte all’anno. Il coordinatore manterrà i contatti con le comunità minoritarie e interagirà con il Parlamento Europeo, la società civile, il mondo accademico e la Commissione. Lo scopo è quello di rafforzare le risposte politiche nel campo dell’antirazzismo: “Non abbiamo ancora un nome, ma stiamo valutando i profili”, ha puntualizzato la vicepresidente Jourová. “Dovrà comunque avere una forte personalità sia a livello di preparazione che di comunicazione. Sarà necessario un personaggio molto forte nei contenuti, per trattare di questioni diversificate, dall’educazione ai diritti sociali, fino al mercato del lavoro, la cultura e la salute”. Ma dovrà anche essere in grado di “guidare con vigore il dialogo tra i Paesi membri e le parti sociali”.
Sul fronte interno alla Commissione, Jourová ha riconosciuto che la “la diversità nelle istituzioni UE non è abbastanza e non riflette la reale situazione della società europea”. Per questo motivo il Piano prevede misure per migliorare “in modo significativo” la rappresentatività del personale della Commissione, attraverso nuove modalità di reclutamento e selezione. “Invitiamo anche le altre istituzioni dell’Unione a compiere passi simili”, ha aggiunto la commissaria Dalli.
Gli altri tre punti riguardano invece l’applicazione del diritto dell’Unione Europea. “Abbiamo a disposizione un solido quadro giuridico per combattere la discriminazione, il razzismo, la xenofobia, ma è evidente la necessità di rivalutare questo quadro e identificare eventuali lacune da colmare”, ha spiegato la commissaria per l’Uguaglianza. Nel 2021 la Commissione riferirà sull’applicazione della direttiva sull’uguaglianza razziale e darà seguito a qualsiasi possibile legislazione entro il 2022. Vengono inoltre incoraggiati i Paesi membri ad adottare piani d’azione nazionali contro il razzismo e la discriminazione entro la fine del 2022. Sarà sempre la Commissione a sostenere la loro iniziativa, fornendo una prima relazione sullo stato di avanzamento entro la fine del 2023.
Infine, con il sostegno delle agenzie dell’UE, come l’Agenzia per i diritti fondamentali (FRA) e l’Agenzia per la formazione delle forze dell’ordine (CEPOL), gli Stati membri sono incoraggiati a intensificare gli sforzi per prevenire atteggiamenti discriminatori da parte delle autorità e per aumentare la credibilità del lavoro delle forze dell’ordine contro i crimini ispirati dall’odio. “È un punto che ci sta molto a cuore, abbiamo visto cosa è accaduto negli Stati Uniti contro il movimento #BlackLivesMatter. Nell’Unione Europea dobbiamo garantire ai cittadini che le forze dell’ordine siano imparziali e non abbiano atteggiamenti discriminatori. Ne va del lavoro di tutta la Commissione”, ha concluso la commissaria Dalli.