Bruxelles – “Lo sviluppo sociale lo portano avanti le persone, ma per fare quello che vogliamo fare c’è bisogno della tecnologia”. Così Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva della Commissione per un’Europa pronta per l’era digitale, durante la conferenza stampa che annuncia la nuova tappa della strategia UE per il digitale. Insieme al commissario per il mercato interno Thierry Breton anticipa come sarà l’Europa del tech, due giorni dopo il discorso sullo stato dell’Unione con cui la presidente Ursula von der Leyen apre il “decennio digitale” europeo.
I commissari presentano a turno il nuovo regolamento sull’impresa comune per il calcolo ad alte prestazioni e la raccomandazione sulla connettività della Commissione, entrambi adottati oggi. Due parti di un pacchetto che andrà a consolidare la “sovranità digitale” europea, concetto ricordato anche dalla cancelliera tedesca Angela Merkel.
L’Europa è oggi leader mondiale per quanto riguarda il supercalcolo e i supercomputer. Per consolidare tale posizione e rendere il supercalcolo il motore trainante della strategia digitale UE, a sostegno della ripresa post-Covid e di una maggiore competitività, la Commissione ha aggiornato il regolamento per l’impresa comune per il calcolo ad alte prestazionieuropeo (impresa comune EuroHPC). Con il precedente, di ottobre 2018, la prima impresa comune aveva coinvolto stati membri e privati, con un investimento di 1,5 miliardi di euro, ricorda Vestager. Grazie al nuovo quadro finanziario pluriennale, la proposta prevede ora 8 miliardi, che finanzieranno la ricerca e l’innovazione nelle tecnologie del supercalcolo e nelle nuove abilità a esso connesse.
Per la commissaria, la connettività è la struttura portante dell’attività delle imprese, dell’accesso dei cittadini ai servizi pubblici. Il Covid-19 ha rallentato il lancio del 5G e serve accelerare per recuperare e far avanzare l’agenda digitale. Imprese e cittadini si sono resi conto che bisogna correre. “Ma il progresso ha bisogno di un obiettivo per farlo succedere”, sostiene Vestager. Da qui l’orizzonte dei dieci anni. Molti saranno i vantaggi per le imprese, che avranno più clienti e consumatori. Del resto, “la tecnologia favorisce lo sviluppo, non è fine a sé stessa”. Le imprese però non dovranno assumere una posizione dominante nel mercato. E qui Vestager anticipa, nell’ambito della legge sui servizi digitali che verrà presentata a dicembre, un nuovo strumento per la concorrenza che assicuri un mercato unico dei servizi digitali in linea con i valori europei.
“Maggiore connettività vuol dire una vita più facile, ad esempio per fare la dichiarazione dei redditi, trasmettere i nostri dati alle autorità, prevenire l’evasione fiscale, ma anche comprare medicinali in tutta Europa grazie alle ricette elettroniche”. E per migliorare l’accesso transfrontaliero ai dati, la Commissione proporrà presto un’identità elettronica europea sicura che servirà a “identificare gli individui ma anche a controllare meglio i dati”.
Per Vestager, “la pandemia ha creato maggiore fiducia dei cittadini nei servizi digitali”. Questo grazie anche all’impulso all’innovazione generato dalla crisi. In Grecia, ad esempio, in 24 ore è stata creata un’applicazione per generare le autocertificazioni da presentare durante il lockdown. Il settore pubblico può dunque agevolare il progresso digitale.
Come annunciato dalla presidente von der Leyen, il 20% delle risorse di NextGeneration EU dovrà essere utilizzato per investimenti nel digitale. Questo vuol dire molti soldi da spendere, ma anche saggi obiettivi di spesa, per stimolare innovazione e concorrenza. “Vero, il 20% è un orizzonte ambizioso”, ammette l’esponente dell’Esecutivo. “Ma lavoreremo con gli stati membri perché i nostri sforzi si integrino con i loro piani di ripresa”. Stati membri che dovranno puntare anche sullo sviluppo delle abilità digitali. “Oggi solo il 60% degli europei detiene competenze digitali di base“. Ancora una volta, “i piani di risanamento e risoluzione ci aiuteranno a farlo”.
Thierry Breton si sofferma sulle tecnologie 5G, blocco principale della trasformazione digitale e pilastro del piano di ripresa. “Il nostro continente dovrà diventare il più connesso al mondo, garantendo un accesso alla rete per tutti. Niente più zone bianche, ma connessioni sicure e uso della tecnologia quantistica”. Il vero motore sarà l’economia dei dati, in particolare di quelli industriali, dati che dovranno essere tracciati con rapidità, e qui la potenza di calcolo sarà necessaria. Per non parlare degli usi nella IA e nello sviluppo di microprocessori. Tutto a beneficio della ricerca e delle PMI, che potranno continuare a innovare perché avranno computer più performanti. “Saremo il primo continente a lavorare così”, afferma il commissario.
Sarà essenziale associare gli stati membri per rendere la potenza di calcolo dell’UE la maggiore al mondo, per garantire servizi con valore aggiunto, dalla telemedicina, alle previsioni meteorologiche, al progresso scientifico e altro ancora. Il pacchetto prevede il finanziamento della costruzione di supercomputer tra i più potenti al mondo. Tra essi, 5 supercomputer a esascala, capaci di 1 milione di miliardi di operazioni al secondo (saranno tra i 50 più potenti al mondo), per cui alcuni stati membri hanno già manifestato interesse e intendono co-finanziare, come Bulgaria, Slovenia, Repubblica ceca, Lussemburgo, Portogallo. A questi si aggiungeranno 3 computer a pre-esascala capaci di 1 miliardo di miliardi di operazioni al secondo, che saranno installati in Italia, Finlandia e Spagna. “Pochissime imprese sono in grado costruire questo tipo di computer al mondo, e l’Europa c’è”, afferma soddisfatto il commissario francese. Sono numerosi i settori in cui i supercomputer troveranno uso, dal settore sanitario, per curare meglio le malattie e compiere diagnosi più rapide, al cambiamento climatico.
Prima della crisi, erano previsti 5 miliardi di euro di investimenti nell’installazione di reti, anche 5G. “Non bisogna più tardare, il 20% delle frequenze è già stato assegnato”, incoraggia Breton. Bisogna pensare al risparmio in termini di energia, ma anche all’innovazione nella sicurezza dei veicoli e nella gestione delle reti di energia, per raggiungere in ultima analisi gli obiettivi del Green Deal.
Per il mercato interno e favorire il flusso dei dati, ancora una volta sarà essenziale armonizzare e avere una toolbox comune ad uso degli stati membri, con buone pratiche per investire in maggiore connettività.
L’obiettivo della Commissione era lanciare la connettività 5G entro fine 2020. “Non possiamo sostituirci ai privati a cui abbiamo assegnato le frequenze” dice Breton, “ma possiamo incoraggiarne gli investimenti. L’Europa promette molto nelle tecnologie 5G, quindi sono certo che procederemo speditamente”.
Sull’operazione TIM-Cassa Depositi e Prestiti per la creazione di una rete unica in Italia, non ancora notificata alla Commissione, ma che secondo alcuni potrebbe non soddisfare la Direzione per la concorrenza, Vestager non si sbottona ma afferma che “quello che posso dire è che in generale si può immaginare un gestore nazionale all’ingrosso. E’ certamente ipotizzabile, la questione chiave – sottolinea – è ovviamente se questo gestore sarebbe indipendente, oppure se avrebbe specifici legami verticali con gli operatori. Questa sarebbe una importante valutazione in materia di concorrenza e questo sarebbe il nostro approccio generale, indipendentemente dal Paese”. Circa le indiscrezioni circolate su Bloomberg circa un presunto non apprezzamento della Concorrenza UE dell’operazione, la commissaria spiega che: “Leggo anche io i giornali, non sempre riconosco quello che leggo. Come sapete l’esatto accordo non ci è stato notificato, ovviamente non ci sono dettagli da discutere”.