Bruxelles – “I recenti sviluppi mostrano che la situazione in Polonia non è migliorata dall’ultimo dibattito in plenaria a febbraio“, ha commentato così la vicepresidente della Commissione Europea per i valori e la trasparenza, Věra Jourová, la nuova relazione sulla “Determinazione di un evidente rischio di violazione grave dello Stato di diritto da parte della Repubblica di Polonia” (presentata al Parlamento europeo da Juan Fernando López Aguilar). “Le preoccupazioni sullo Stato di diritto continuano a sussistere, e voglio dire chiaramente che la Commissione utilizzerà tutti gli strumenti a sua disposizione per affrontare queste preoccupazioni“, ha specificato.
Nonostante l’avvertimento alle autorità polacche, nel suo intervento alla plenaria del Parlamento Europeo di lunedì 14 settembre la commissaria ha tenuto la porta aperta al confronto con il Paese membro: “Siamo disposti ad avere un dialogo con le autorità polacche in maniera obiettiva e con lo scopo di risolvere i problemi”, ha aggiunto. Un commento deciso è stato speso anche riguardo alle violazioni dei diritti Lgbti in Polonia, dove circa 100 municipalità hanno adottato risoluzioni contro la “propaganda Lgbti” e si sono dichiarate “zone libere”. A questo proposito Jourová ha dichiarato che “l’uguaglianza di tutti i cittadini europei è una delle principali priorità dell’Unione” e che “la Commissione condanna con forza ogni forma di violenza, odio e discriminazione contro gli Lgbti ed è impegnata contro qualunque forma di discriminazione. Questi regolamenti mostrano l’obiettivo di negare diritti e libertà fondamentali”.
“Ci sono 65 paragrafi in questa risoluzione”, ha spiegato il relatore López Aguilar, “ho cercato di far sì che il documento fosse preciso e si attenesse ai fatti”. Il rapporto in particolare si concentra sulla separazione dei poteri in ambito giudiziario e il potere della Procura nella Repubblica di Polonia: “Quattro sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea non sono state rispettate. Il pluralismo è gravemente limitato, anche a livello di informazione: si parla di libertà e di diritti sempre più ristretti da queste riforme legislative”. López Aguilar si è poi soffermato sul “linguaggio d’odio e di intolleranza nei confronti delle minoranze”, non solo antisemite, ma anche contro le comunità Lgbti: “Le ‘zone libere da Lgbti’ sono radicalmente incompatibili con il diritto europeo. Questa risoluzione manda un messaggio alla Commissione e al Consiglio: rispettate il vostro ruolo”.
Il rapporto sarà votato mercoledì 16 settembre dall’Assemblea e i risultati saranno resi noti il giorno seguente (giovedì 17).
Il dibattito in Parlamento
Il dibattito che ha seguito la relazione di López Aguilar e l’intervento della commissaria Jourová è stato polarizzato in uno scambio di reciproche accuse tra eurodeputati polacchi e conservatori e tutta la restante parte dell’emiciclo, dai popolari ai socialisti, ai verdi.
Una polarizzazione che ha spinto l’eurodeputato polacco Patryk Jaki (Gruppo dei Conservatori e riformisti europei) a sostenere che “non ci sono le cosiddette ‘zone libere da Lgbti’ in Polonia. Ci sono solo attivisti di sinistra che dicono certe cose a cui voi credete. Quindi vi chiedo di essere seri”, ha commentato con veemenza. “E poi, sulla nomina dei giudici, la procedura è la stessa che c’è in Spagna, ma poi voi sostenete che lì va tutto bene, mentre in Polonia invece no. Questa è parità di trattamento? Ma come vi permettete?”
A questo “ma come vi permettete?” ha risposto l’eurodeputata dei Verdi/Ale Terry Reintke: “Lo Stato di diritto nei Paesi dell’Unione non è un menu à la carte, non sono i Paesi membri a scegliere se seguirlo o meno. È uno dei principi fondamentali su cui si fonda l’Ue”. E prendendo parola sulla questione Lgbti: “Chiediamo nuovamente alla Commissione Europea di aprire procedure di infrazione non solo sulla base dello Stato di diritto, ma soprattutto dei valori europei come l’uguaglianza di tutti i cittadini”. Sempre i Verdi hanno fatto sapere che martedì 15 settembre alle ore 13 si terrà un flashmob con gli eurodeputati dell’Intergruppo Lgbti all’ingresso Altiero Spinelli, davanti al Parlamento Europeo.
L’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Eleonora Evi ha speso il suo intervento per collegare la repressione del movimento Lgbti in Polonia con l’episodio della morte di una ragazza di Acerra (provincia di Napoli) nella notte tra venerdì 11 e sabato 12 settembre, dopo essere stata speronata in motorino dal fratello che non accettava la sua relazione con un ragazzo transessuale. “Oggi in Europa siamo ancora lontani anni luce dall’eradicare questa cultura dell’odio e della discriminazione che ogni anno si prende troppe vite innocenti”, ha commentato l’eurodeputata italiana. “È arrivato il momento di fare di più contro l’omotransfobia, soprattutto quando sono le autorità pubbliche a farne da megafono, come in Polonia. Chiedo non solo che si apra una procedura d’infrazione, ma che si blocchi qualsiasi finanziamento di cui possano beneficiare le autorità locali che si sono dichiarate Lgbti-free“.