Bruxelles – La promessa della commissaria europea per gli Affari interni, Ylva Johansson, sarà mantenuta: 10 Paesi europei accoglieranno i 400 minori non accompagnati dal campo di Moria, nell’isola greca di Lesbo, dove nella prime ore di mercoledì 9 settembre 2020 è scoppiato un incendio che ha raso al suolo la più grande struttura di accoglienza per migranti del Paese. Saranno Germania, Francia, Finlandia, Lussemburgo, Slovenia, Olanda, Croazia, Portogallo, Belgio e fuori dalla Ue la Svizzera, come ha annunciato il ministro degli Interni tedesco, Horst Seehofer.
La maggioranza dei minori sarà suddivisa tra la Francia e la Germania (tra i 100 e i 150 ciascuno). I due Paesi erano stati i primi a rendersi disponibili ad accoglierli già nella giornata di ieri (10 settembre), secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa tedesca Dpa, dopo un colloquio tra la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il presidente francese, Emmanuel Macron. In serata era stata annunciata la partecipazione dell’Olanda e anche il premier italiano, Giuseppe Conte, si era detto disponibile ad “affiancare l’iniziativa per i minori non accompagnati”.
“La situazione è grave. Anche se stiamo già facendo molto di più della maggior parte degli Stati membri, il Belgio vuole mostrare ancora una volta solidarietà con la Grecia”, ha riferito in un comunicato il ministro belga per l’Asilo e la migrazione, Maggie De Block. “Il nostro Paese continua tuttavia a invocare una soluzione duratura a livello europeo”. La segreteria di Stato svizzera della migrazione ha invece comunicato di aver “espresso l’intenzione di partecipare a questi sforzi accogliendo circa 20 minori” e “d’intesa con le autorità greche, la Confederazione fornirà circa una tonnellata di materiale di soccorso”. Un aereo decollerà oggi pomeriggio (11 settembre) per Atene con a bordo anche due specialisti del Corpo svizzero di aiuto umanitario.
Together with H. Seehofer, debriefed on my visit to #Lesvos and announced that we will work with Member States to ensure 400 new pledges to relocate minors. #Moria must serve as a sharp reminder: On migration, the clock has run out on how long we can live in a house half-built. pic.twitter.com/d03EVIfhTU
— Margaritis Schinas (@MargSchinas) September 11, 2020
Per quanto riguarda la Commissione Europea, il vicepresidente Margaritis Schinas ha annunciato in videoconferenza dalla Grecia che “l’UE è pronta a finanziare un nuovo centro di accoglienza più moderno in Grecia dopo l’incendio nel campo di migranti a Moria e a considerare qualsiasi richiesta greca per un ruolo più attivo. Navi finanziate dall’Ue saranno dispiegate in Grecia nelle prossime ore per dare rifugio ai richiedenti asilo più vulnerabili”. Il vicepresidente della Commissione ha anche precisato che “Moria non esiste più. Ma deve servire come un forte promemoria per tutti noi su quello che dobbiamo cambiare in Europa sulla migrazione”.
La Commissione sta aiutando a convogliare ulteriore sostegno alla Grecia attraverso il Meccanismo di protezione civile dell’Unione Europea, per affrontare la situazione nei campi profughi del Paese. Il commissario europeo per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, ha dichiarato che “ieri (10 settembre, ndr) la Polonia ha offerto 156 unità abitative per rifugiati alla Grecia”. Il supporto offerto dalla Polonia si aggiunge all’assistenza già inviata da Austria, Repubblica Ceca, Danimarca, Paesi Bassi e Francia dal mese di aprile scorso, che include materiale umanitario di prima necessità, attrezzatura medico-sanitaria e una stazione medica. “Queste offerte sono un’espressione concreta della solidarietà europea”.
Una nuova politica migratoria
“Non possiamo essere soddisfatti della politica migratoria europea. In pratica oggi non esiste ed è un pesante fardello per l’Europa”. È questo il duro commento di Angela Merkel a margine dell’incontro con il presidente del Ppe, Donald Tusk, alla fondazione Konrad Adenauer a Berlino. Commentando la decisione di accogliere i 400 minori non accompagnati del campo di Moria (“richiesta partita da una telefonata del premier greco, Kyriakos Mitsotakis“, ha puntualizzato la cancelliera), Merkel ha annunciato anche la sua intenzione di fare “passi avanti su questa questione nel corso del semestre tedesco di presidenza”. Una visione condivisa anche dal presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli: “Abbiamo bisogno di soluzioni forti e durature per una politica migratoria umana ed efficace”.
.@Europarl_EN welcomes the decision of France and Germany to relocate children from #Moria. VP @MargSchinas' mission is bearing fruit. We hope that other governments will follow their example. However, we need strong and lasting solutions for a humane, effective migration policy.
— Roberta Metsola (@EP_President) September 10, 2020
Proprio sulla questione della politica migratoria si è esposta la commissaria Ylva Johansson in un’intervista per La Stampa: “A Moria certamente c’era una situazione con condizioni inaccettabili, ma questo è il risultato del fallimento nel tentativo di trovare un accordo sulla politica di asilo e immigrazione comune. Per questo il 30 settembre lanceremo una nuova proposta“. La commissaria ha preannunciato così il nuovo Patto per l’Immigrazione, di cui farà parte anche la riforma del diritto d’asilo. “La questione è molto più ampia della redistribuzione. La situazione nelle isole greche non è dovuta soltanto a questo, ci sono anche altre questioni, come la velocità delle procedure d’asilo, oppure l’efficacia dei rimpatri”, ha osservato. “Chiedere asilo è un diritto fondamentale, perciò voglio introdurre nella proposta un meccanismo di monitoraggio al fine di garantirne il rispetto. Tutti si devono impegnare per trovare il compromesso”.