Bruxelles – La leader dell’opposizione bielorussa, Maria Kolesnikova, è stata arrestata al confine con l’Ucraina martedì 8 settembre 2020 verso le 4 di mattina, hanno riferito le autorità di frontiera bielorusse all’agenzia di stampa russa Tass. Kolesnikova, dopo il rapimento denunciato da una testimone oculare ieri mattina (lunedì 7 settembre) nel centro della capitale Minsk, “avrebbe cercato di fuggire illegalmente dalla Bielorussia ed è stata trattenuta alla frontiera”, hanno aggiunto le autorità. Fino alla notte di ieri la polizia affermava di non avere notizie della donna.
La dinamica dei fatti non è ancora chiara, ma anche il portavoce del Comitato di confine di Stato bielorusso, Anton Bychkovsky, ha confermato che “Maria Kolesnikova, Ivan Kravtsov e Anton Rodnenkov (altri due membri del Consiglio di coordinamento dell’opposizione bielorussa, ndr) hanno passato il controllo al valico di frontiera di Alexandrovka alle 4 del mattino”. A quel punto sarebbero stati però fermati e arrestati.
Una fonte dell’opposizione, molto vicina ai tre arrestati, ha dichiarato all’agenzia di stampa russa Interfax che l’accaduto potrebbe essere stata una messa in scena dei servizi speciali: “Né Anton Rodnenkov, né Ivan Kravtsov, né Maria Kolesnikova avevano intenzione di andare all’estero. Anzi, erano categoricamente contrari. Sono finiti al confine dopo la loro detenzione. Probabilmente sono stati portati lì dal centro di detenzione e, come Olga Kovalkova, sono stati costretti a lasciare il Paese”. I servizi speciali bielorussi avrebbero quindi “inscenato” il tentativo di attraversare illegalmente il confine: “Molto probabilmente è stata una provocazione durante la quale Kolesnikova è stata arrestata”, ha aggiunto la fonte.
Il rapimento e le reazioni
Le ultime notizie su Kolesnikova prima dell’arresto erano quelle che riguardavano il suo rapimento nei pressi del Museo nazionale di arte di Minsk, stando alle versione di una testimone oculare. Alcuni uomini mascherati e in abiti civili l’avrebbero affiancata e caricata a forza su un minivan scuro verso le 10 di mattina di lunedì 7 settembre.
Kolesnikova è stata una delle due sostenitrici della campagna elettorale dell’ex-candidata alla presidenza Svetlana Tikhanovskaya durante le elezioni dello scorso 9 agosto, insieme a Veronika Tsepkalo. Con l’esilio all’estero sia di Tikhanovskaya che di Tsepkalo, Kolesnikova era rimasta la figura politica di opposizione più importante a guidare le decine di migliaia di manifestanti scesi in piazza per la quinta settimana consecutiva dopo l’esito contestato delle elezioni presidenziali, in cui il presidente Alexander Lukashenko aveva annunciato la sua rielezione con l’80% dei voti.
Deeply concerned about the arrest of Maria Kolesnikova. We call for full clarity about her case and the immediate release of all the political prisoners in #Belarus. We stand with the people of Belarus in their fight for democracy.
— Roberta Metsola (@EP_President) September 8, 2020
Dopo il rapimento si erano alzate le voci di protesta dei leader europei e della Commissione, ed oggi sono continuate.
“Sono molto preoccupato per l’arresto di Maria Kolesnokova – scrive in un tweet il presidente del Parlamento europeo David Sassoli -. Chiediamo immediata chiarezza sul suo caso e il rilascio di tutti i prigionieri politici in Bielorussia . Siamo vicini al popolo bielorusso nella sua lotta per la democrazia”.
“Gli arresti arbitrari e i rapimenti per motivi politici in Bielorussia, comprese le azioni brutali di questa mattina (7 settembre, ndr) contro Andrei Yahorau, Irina Sukhiy e Maria Kalesnikova, sono inaccettabili”, ha scritto su Twitter l’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell. “Le autorità statali devono smetterla di intimidire i cittadini e di violare le proprie leggi e gli obblighi internazionali”, ha aggiunto.
Arbitrary arrests and kidnappings on political grounds in Belarus, including this morning's brutal actions against Andrei Yahorau, Irina Sukhiy & Maria Kalesnikova, are unacceptable. State authorities must stop intimidating citizens & violating their own laws and int. obligations
— Josep Borrell Fontelles (@JosepBorrellF) September 7, 2020
“Quello che stiamo vedendo in Bielorussia è che continua la repressione da parte della autorità nei confronti della società civile, dei manifestanti pacifici e di attivisti politici e ciò è totalmente inaccettabile”, ha fatto rafforzato la posizione dell’Ue Peter Stano, portavoce dell’alto rappresentante. “Come risposta al comportamento inaccettabile delle autorità bielorusse l’Unione Europea ha già deciso di porre i responsabili in una lista delle sanzioni, il lavoro su questo va avanti“.
Attraverso le parole del ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, la Germania “esige di sapere dove si trova l’oppositrice bielorussa Maria Kolesnikova, che secondo i suoi collaboratori è stata rapita questa mattina”. In un’intervista al quotidiano Bild, Maas ha dichiarato che il governo tedesco è “molto preoccupato per Kolesnikova e chiede la liberazione di tutti i prigionieri politici in Bielorussia”.
A fargli eco il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, che dopo un colloquio con l’omologo bielorusso, Vladimir Makei, ha affermato che “l’Italia ribadisce l’esigenza di andare al più presto a nuove elezioni rispettose dei più elevati standard internazionali”. Di Maio ha sottolineato a Makei che questa è la posizione comune dell’Unione Europea, la quale intende anche dare “pieno sostegno al dialogo interno fra Lukashenko e le forze di opposizione”.