Bruxelles – “Mediterranean Storm”: questo il nome dell’esercitazione militare annuale che l’esercito della Turchia ha avviato domenica scorsa insieme a quello turco cipriota nella Repubblica separatista di Cipro Nord. Lo annuncia in un tweet il vicepresidente turco Fuat Oktay: “Le priorità relative alla sicurezza del nostro paese e della Repubblica di Cipro Nord sono fondamentali, così come le soluzioni diplomatiche nel Mediterraneo orientale”.
Le esercitazioni dureranno fino a giovedì e finora si sono svolte “con successo”, twitta anche il ministero della difesa turco Hulusi Akar.
In concreto, circa quaranta carri armati sono stati spostati dal confine siriano al confine greco. Benché la manovra fosse prevista, le parole del presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan inviano un messaggio netto e minaccioso a Grecia e Cipro. Se i due paesi non comprenderanno con mezzi diplomatici che la Turchia nutre diritti legittimi sulle riserve energetiche nel Mediterraneo orientale, lo capiranno a costo di “amare esperienze“, cita AGI. Nonostante di recente tra Turchia e Grecia la situazione fosse migliorata, Erdoğan non sembra incline ad accogliere compromessi e continua ad alimentare le tensioni, dicendosi pronto “a qualsiasi eventualità e conseguenza”.
Il segretario generale NATO Jens Stoltenberg dichiara che a seguito di un incontro i leader di Grecia e Turchia hanno convenuto di impegnarsi in colloqui tecnici al fine di definire meccanismi che evitino ulteriori incidenti. “Grecia e Turchia sono Alleati di valore” e Stoltenberg si impegnerà a trovare soluzioni “nello spirito della solidarietà che ci caratterizza”.
Atene, tramite il ministro degli esteri, fa sapere che è necessario un ritiro di ogni nave turca dalle acque greche: solo in questo caso sarà possibile discutere in un clima più disteso. Oltre alle risorse energetiche, i motivi di conflitto con Ankara sono legate alla questione dei migranti o alla conversione di alcuni luoghi di culto ortodossi in moschee, come avvenuto di recente con la Cattedrale di Santa Sofia.
Secondo fonti UE, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha avuto domenica un colloquio telefonico con il presidente turco. Michel ha sottolineato l’importanza di “mitigare il conflitto” esortando la Turchia ad “astenersi da attività che possano alimentare tensioni”. L’Unione è in tutto solidale con Grecia e Cipro, suoi stati membri, e intende “avere relazioni costruttive con la Turchia”.
Alla riunione informale dei ministeri degli esteri UE di fine agosto era emersa come possibile l’ipotesi di sanzioni verso la Turchia. Se ne parlerà più ampiamente durante il Consiglio europeo del 24-25 settembre dedicato alla situazione nel Mediterraneo. “Saranno prese in considerazione tutte le misure, ivi compreso l’approccio ‘bastoni e carote’”. Charles Michel ha inoltre lanciato l’idea di una conferenza multilaterale sul Mediterraneo orientale al fine di “trovare soluzioni pacifiche e frutto di negoziati”. Le mosse dell’UE vanno dunque nella direzione “dell’ascolto e del dialogo come unico modo possibile per risolvere le dispute attuali”.