Bruxelles – Una testimone oculare di nome Anastasia ha confermato al sito indipendente bielorusso Tut.by che Maria Kolesnikova, una delle figure di spicco dell’opposizione al regime del presidente Alexander Lukashenko, sarebbe stata rapita nel centro della capitale Minsk lunedì mattina, 7 settembre 2020. Alcuni uomini mascherati l’avrebbero affiancata nei pressi del Museo nazionale di arte di Minsk e caricata a forza su un minivan scuro.
La testimone ha dichiarato di aver identificato la leader dell’opposizione per strada, nei pressi del museo, lunedì mattina poco dopo le 10 e che stava andando da lei per ringraziarla per il lavoro fatto. “Poi ho pensato che doveva essere stanca e ho lasciato perdere”. Proseguendo, la donna ha affermato di aver notato il “minivan scuro con lo slogan Svyaz (“comunicazione” in russo, ndr) parcheggiato non lontano dallo stesso museo. Sono passata oltre, ma a quel punto ho sentito il rumore di un telefono che cadeva sull’asfalto, mi sono girata, e ho visto che degli uomini in abiti civili e mascherati spingevano Maria in quel minivan. Il telefono era per terra, una di queste persone l’ha raccolto, è saltata a bordo del minivan e se ne sono andati”. Anastasia ha anche ammesso di non aver avuto il coraggio di filmare la scena con il suo smartphone per paura di essere lei stessa fermata.
In quello che sembra essere a tutti gli effetti un tentativo di spazzare via il movimento di protesta, oltre a Kolesnikova sono scomparsi anche altri tre membri del Consiglio di coordinamento dell’opposizione: Anton Rodnenkov, Ivan Kravtsov e Maxim Bogretsov. Rodnenkov, che è l’addetto stampa della leader, ha fatto appena in tempo a confermare il rapimento, perché circa 40 minuti dopo è scomparso anche lui. Aveva dichiarato che “il telefono di Kolesnikova è disponibile, ma non risponde” e che “Maria si trovava sola nel centro della città per affari”.
L’ex-candidata alla presidenza Svetlana Tikhanovskaya ritiene le autorità bielorusse responsabili di queste quattro scomparse, come riportato dall’agenzia di stampa russa Interfax: “Il regime del presidente Lukashenko dimostra di agire solo attraverso l’intimidazione. È un tentativo di ostacolare l’attività del Consiglio di coordinamento”, ha dichiarato. “Ma questo non ci fermerà. Più ci intimidiscono, più la gente scenderà in strada. Continueremo la lotta, cercheremo il rilascio di tutti i detenuti e una nuova elezione equa”.
Sempre a Interfax, le forze dell’ordine della capitale si sono chiamate fuori dalla vicenda: “La polizia di Minsk non ha arrestato né lei né gli altri membri del Consiglio di coordinamento dell’opposizione bielorussa”.
Chi è Maria Kolesnikova
Kolesnikova è la figura politica di opposizione più importante rimasta in Bielorussia. Quasi tutti gli altri leader, inclusa Svetlana Tikhanovskaya, si trovano in esilio all’estero. Kolesnikova era una delle due compagne di campagna elettorale di Tikhanovskaya durante le elezioni dello scorso 9 agosto, insieme a Veronika Tsepkalo.
Kolesnikova, flautista e insegnante di musica, era entrata in politica seguendo la campagna di un altro politico dell’opposizione, l’ex banchiere Viktor Babaryko, a cui era però stata impedita la corsa alle presidenziali con l’arresto. Quando a Tikhanovskaya, insegnante e traduttrice di inglese senza esperienza politica, è stato concesso di candidarsi, Kolesnikova e Tsepkalo l’hanno sostenuta durante le manifestazioni, elaborando un segno distintivo per ciascuna: un pugno alzato per Tikhanovskaya, un cuore per Kolesnikova e il segno di vittoria per Tsepkalo.
Dopo l’esito contestato delle elezioni presidenziali, in cui Lukashenko ha annunciato la propria rielezione con l’80% dei voti, Kolesnikova era rimasta l’unica delle tre a guidare le decine di migliaia di manifestanti scesi in piazza da quel giorno a oggi (siamo alla quinta settimana consecutiva, iniziata con la quinta domenica di proteste del 6 settembre). Anche un’altra attivista di spicco, Olga Kovalkova, è dovuta fuggire in esilio in Polonia sabato 5 settembre, dichiarando che sarebbe stata arrestata se fosse rimasta in Bielorussia.
Recentemente sembrava essersi aperta una prima frattura nel movimento di opposizione. Proprio Maria Kolesnikova il 31 agosto aveva annunciato di voler lanciare un nuovo partito, “Insieme”, con la squadra di Viktor Babaryko per spingere sulla questione della riforma costituzionale. Una dichiarazione che aveva suscitato il rimprovero proprio di Tikhanovskaya, esiliata in Lituania, per la quale la priorità assoluta rimangono le dimissioni del presidente Lukashenko.