Roma – La crisi provocata dalla pandemia che “è stata uno spartiacque anche per l’Europa che in pochi mesi ha assunto decisioni coraggiose e innovative, ritrovando lo spirito dei padri fondatori”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dedicato all’Europa tutto il suo intervento al Forum economico Ambrosetti di Cernobbio, tradizionale appuntamento internazionale di fine estate.
Ricordando il Consiglio europeo di luglio come “svolta di portata straordinaria e che manifesta un livello di ambizione all’altezza delle aspirazioni”, il capo dello Stato lo ha indicato come un “risultato punto di arrivo e punto di partenza”. “Se con gli strumenti assicureremo la ripresa, avremo compiuto un passo importante nel cammino di rafforzamento della coesione e della integrazione”, ha proseguito, auspicando che questo approccio non resti congiunturale. Occasione poi per l’Italia, “una possibilità unica e irripetibile” richiamando la classe politica a “non compromettere con scelte errate la speranza per chi verrà dopo di noi” con le “nuove generazioni che ci domanderanno perché chi ha goduto di prosperità non ha realizzato infrastrutture necessarie per la crescita e riforme necessarie accrescendo solo la massa del debito”.
Tra gli ospiti internazionali della seconda del Forum anche il direttore generale del Meccanismo europeo di stabilità Klaus Regling secondo cui “stiamo vivendo la crisi più grave in cui l’Europa registrerà la recessione più profonda del secolo e ci vorranno almeno altri due anni prima che l’attività economica raggiunga i livelli pre-crisi”. Il ministro dell’economia francese Bruno La Maire invece è convinto “che l’Europa dopo questa crisi sarà più forte” e sarà “un’opportunità unica per definire il ruolo che vuole occupare tra la Cina e gli Stati Uniti”.
La sfida del piano per la ripresa si prende tutto lo spazio a Cernobbio, e sono le aspettative per l’Italia a suscitare grande interesse con l’attesa per il Recovery plan nazionale. Il commissario europeo per gli affari economici Paolo Gentiloni insiste nella necessità non solo dell’Italia ma di tutti i Paesi, di “un forte impegno per coordinare i piani nazionali alle grandi priorità”, di conseguenza “se si pensa che una riduzione generalizzata delle tasse può essere l’obiettivo di questo piano di ripresa si commette un grave errore”. Sui tempi Gentiloni ha ribadito che le risorse del SURE “possono arrivare già nelle prossime settimane mentre quelle del Recovery fund nella primavera estate del 2021”.
Gli occhi sono puntati a Roma dove mercoledì 9 si riunirà nuovamente il Comitato per gli affari europei (CIAE) che valuta piani e progetti che dovranno essere presentati alla Commissione entro il 15 ottobre per accedere ai 209 miliardi del Next generation EU.
“Non disperdere le risorse in mille rivoli”, ha detto il segretario del PD Nicola Zingaretti che con i ministri dell’economia Roberto Gualtieri e degli Affari europei Enzo Amendola, ha incontrato la stampa per presentare il contributo del partito al Recovery plan nazionale. Un patto italiano con “sette cantieri per ricucire il Paese”, la sfida della ricostruzione dell’Italia “più veloce, più verde e più giusta” spiegano i vertici Dem. L’impiego delle risorse non dovrà solo “assorbire il forte impatto economico del Covid – ha spiegato Gualtieri – ma sciogliere i nodi, superare i colli di bottiglia che limitano in maniera strutturale l’economia italiana”. Nel pubblico e nel privato “progetti concreti e con costi certi” ha detto il ministro Amendola, aggiungendo che l’ambizione del governo non è quella di tornare all’Italia di ieri.
Sul piano di ripresa dell’Italia interverrà al Forum Ambrosetti anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che proprio questi giorni compie il primo anno alla guida del governo giallorosso. Politica ed economia in una lunga intervista alla festa del “Fatto quotidiano” dove ha parlato del suo rapporto con Mario Draghi. Conte dice di non soffrire un’eventuale concorrenza e anzi rivela per la prima volta che in occasione dello stallo nella formazione della Commissione europea, “dopo che cadde la candidatura di Timmermans mi impegnai per creare le condizioni per una presidenza Draghi. Parlai con lui ma mi disse di essere stanco e dopo la BCE di volersi riposare”.