Bruxelles – La Commissione europea ha adottato oggi, venerdì 4 settembre, una proposta di raccomandazioni da parte del Consiglio dell’UE per garantire che le misure adottate dagli Stati membri per contenere la nuova risalita di contagi da Coronavirus in Europa siano “coordinate e comunicate chiaramente a livello di UE”. Questo per evitare, come nel caso dell’Ungheria, che i Paesi adottino soluzioni unilaterali richiudendo le frontiere interne ai cittadini europei con il rischio di venire meno al principio di non discriminazione.
Un approccio scoordinato rischia di mandare in confusione anche i cittadini europei. Dallo scoppio del Coronavirus in UE a marzo la mappa delle aperture e chiusure dei confini è sempre stata molto caotica.”Dobbiamo garantire maggiore chiarezza e prevedibilità. Questo è il motivo per cui oggi proponiamo un approccio comune su qualsiasi misura che limiti la libera circolazione ai nostri Stati membri”, ha affermato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. La proposta della Commissione definisce quattro aree in cui gli Stati membri dovrebbero collaborare più strettamente.
Criteri comuni – Ovvero standard comuni per gli Stati membri al momento di decidere se introdurre o meno restrizioni di viaggio nell’area Schengen.
Una mappa dei criteri comuni attraverso codici colore concordati – L’Esecutivo propone che il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) pubblichi una mappa dei paesi dell’UE e del SEE, aggiornata settimanalmente, con un codice colore comune a tutti. I codici in questione dovrebbero essere: Verde per un’area in cui il numero totale di nuovi casi notificati sia inferiore a 25 in un periodo di 14 giorni e la percentuale di tamponi positivi sia inferiore al 3 per cento di tutti i test effettuati; arancione per un’area in cui il numero totale di nuovi casi sia sotto i 50 in un periodo di 14 giorni ma la percentuale di test positivi sia pari o superiore al 3 per cento oppure il numero totale di nuovi casi sia compreso tra 25 e 150 ma la percentuale di test positivi sia inferiore al 3 per cento; rosso per un’area in cui il numero totale di nuovi casi sia superiore a 50 in un periodo di 14 giorni e la percentuale di test positivi sia pari o superiore al 3 per cento, o il numero totale di nuovi casi sia superiore a 150 per 100 mila abitanti negli ultimi 14 giorni; infine, grigio se le informazioni disponibili sono insufficienti per valutare i criteri proposti dalla Commissione oppure il numero di test effettuati per 100.000 persone sia inferiore a 250.
Un quadro comune per le misure applicate ai viaggiatori provenienti da aree ad alto rischio – Per la Commissione, in linea di massima, gli Stati membri non “dovrebbero rifiutare l’ingresso di persone provenienti da altri Stati membri”, sostiene von der Leyen. Piuttosto, dal Berlaymont consigliano invece ai governi di utilizzare i test o la quarantena. “I test dovrebbero essere l’opzione preferita per facilitare il viaggio delle persone. E anche qui le regole per le zone rosse o arancioni o verdi dovrebbero essere inequivocabili”, sostiene la tedesca in un video.
Informazioni chiare e tempestive – L’Esecutivo lamenta l’assenza di collaborazione da parte dei governi sulle informazioni circa aperture e chiusure dei propri confini. Quindi li esorta “settimanalmente a fornire dettagli delle prossime restrizioni alla libera circolazione o all’abolizione delle restrizioni di viaggio”, in modo da poter aggiornare periodicamente la piattaforma web Reopen EU e tenere traccia “I cittadini e le imprese hanno bisogno di trasparenza”, si legge nelle raccomandazioni. “Gli Stati membri devono fare tutti gli sforzi possibili per ridurre al minimo l’impatto sociale ed economico delle restrizioni di viaggio. Ciò dovrebbe includere la diffusione di “informazioni al pubblico in modo chiaro, completo e tempestivo”.
“Le proposte presentate dalla Commissione oggi vanno nella giusta direzione”, commenta in una nota il presidente dell’Europarlamento, David Sassoli. “Un coordinamento comune su eventuali restrizioni, un codice di colori comuni nella cartografia europea del contagio, il coordinamento sulle misure da applicare ai viaggiatori provenienti da zone a rischio, una comunicazione al pubblico chiara ed utile: sono misure che danno l’ulteriore segnale di un’Europa che affronta unita la pandemia e che resta vicina ai suoi cittadini”. Ora da parte del Parlamento “ci aspettiamo che il Consiglio approvi rapidamente per dare certezze a lavoratori e imprese”.