Roma – Lo scandalo, già svelato negli anni scorsi, è ritornato a galla dopo l’inchiesta pubblicata da Al Jazeera due settimane fa. Si tratta dei contenuti dei “Cyprus papers” documenti ufficiali che riguardano circa 1.400 richieste di cittadinanza alle autorità cipriote dal 2017 al 2019 inserite nell’ambito del programma d’investimenti. Uno schema che consente ai cittadini extra UE di ottenere il passaporto europeo investendo almeno 2,15 milioni di euro (2,5 milioni di dollari) nell’economia cipriota, che nella gran parte dei casi avviene acquistando beni immobili.
Le norme sulla sicurezza prevedono anche una fedina penale pulita, requisito che però secondo la squadra investigativa di Al Jazeera, non sarebbe stato rispettato in moltissimi casi. Il report conferma che i passaporti sono stati concessi a personaggi più che dubbi. I nomi di oligarchi russi e ucraini, uomini d’affari cinesi, spesso accusati di riciclaggio di denaro, truffatori condannati e ricercati dall’Interpol, politici accusati di corruzione, sono stati rivelati nelle liste dei passaporti d’oro e diventati così cittadini europei.
Dietro la dicitura neutra “programma d’investimenti” si celerebbe dunque un sistema che coinvolge oltre 70 Paesi extra comunitari i cui cittadini grazie al passaporto cipriota hanno libera circolazione nell’Unione, accesso al sistema bancario e anche ingresso in 114 Stati dove non è necessario il visto per chi proviene da Nicosia.
La Commissione europea aveva espresso forti dubbi fin dall’inizio del “Cyprus Citizenship for Investment” e ripetutamente in questi anni ha chiesto garanzie al governo per il rispetto dei valori e principi dell’Unione. Un approccio forse troppo timido, condizionato dal fatto che le
regole sulla cittadinanza riguardano gli Stati e Bruxelles non può imporre una sospensione del programma adottato da Cipro. Analogo comportamento ha adottato anche nei confronti di altri Paesi come Malta che hanno nella politica dei passaporti, maglie ritenute troppo larghe. Dopo le rivelazioni di Al Jazeera tuttavia il Commissario delle politiche per la giustizia Didier Reynders, non ha escluso un’azione legale davanti alla Corte di giustizia con l’avvio di una procedura d’infrazione contro Cipro.
Alla fine di luglio il parlamento di Cipro ha approvato norme più restrittive dopo le numerose proteste dell’opposizione, e in questi giorni il governo sta ingaggiando uno scontro con le autorità giudiziarie che, secondo la denuncia di Al Jazeera, stanno indagando sui “passaporti sporchi”. La pubblicazione dei nomi dei personaggi più noti e ricercati dalla polizia internazionale, con le prove che le norme sulla sicurezza non sono state rispettate dal ministero dell’Interno, potrebbe ora portare al congelamento del programma che dalla sua nascita ha consentito alle casse pubbliche di Cipro di incamerare circa 8 miliardi di dollari.
Il governo ritiene ufficialmente che le accuse siano una montatura ma si rifiuta di consegnare ai giudici che indagano la documentazione richiesta e ora la vicenda potrebbe finire davanti alla Corte suprema. Il presidente cipriota Nikos Anastasiades ha detto che chiederà al procuratore generale di nominare una commissione investigativa sulla cittadinanza concessa attraverso il programma d’investimenti, esprimendo “rammarico per la svolta degli eventi a seguito di recenti relazioni sugli investitori stranieri sospetti”.