Bruxelles – “L’Unione Europea condanna con la massima fermezza l’avvelenamento del leader dell’opposizione russa Alexei Navalny“. Con una nota ufficiale l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, ha chiarito la posizione dell’Unione dopo la conferma dei risultati dei test tossicologici eseguiti all’ospedale Charité di Berlino.
“L’analisi tossicologica effettuata da un laboratorio specializzato delle forze armate tedesche dimostra che Navalny è stato avvelenato da un agente chimico nervino di tipo militare del gruppo “Novichok”, sviluppato dall’Unione Sovietica e successivamente dalla Russia”, ha confermato Borrell, ribadendo con fermezza che “l’uso di armi chimiche in qualsiasi circostanza è del tutto inaccettabile e costituisce una violazione del diritto internazionale“.
Misure restrittive sul tavolo
In una successiva dichiarazione il capo della diplomazia europea ha comunque aperto alla possibilità di prendere ulteriori provvedimenti: “L’Unione europea chiede una risposta internazionale comune e si riserva il diritto di intraprendere azioni appropriate, anche mediante misure restrittive”. E ancora: “L’Unione europea invita la Federazione russa a cooperare pienamente con l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) per garantire un’indagine internazionale imparziale”.
Posizione condivisa anche da più di 100 eurodeputati di vari gruppi politici, che in una lettera indirizzata alla presidenza del Consiglio dell’Unione Europea e all’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza hanno chiesto di avviare un’indagine internazionale e considerare la possibilità di nuove sanzioni: “Rimaniamo estremamente scettici sul fatto che le autorità russe siano idonee e disponibili a indagare sul reale contesto di questo crimine”, si legge nella lettera. “Riaffermiamo la necessità da parte dell’Ue di istituire rapidamente il meccanismo di sanzione delle violazioni dei diritti umani dell’Ue, in modo da poter individuare i responsabili dietro agli attacchi contro esponenti dell’opposizione e giornalisti”.
Anche il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, si è espresso chiaramente sulla questione attraverso un tweet: “Il governo russo deve ascoltare l’UE. Tutta l’Europa è seriamente preoccupata per l’avvelenamento di Navalny con un agente nervino. Questo caso deve essere indagato a fondo”.
The Russian government needs to listen to the EU. All of Europe is seriously concerned by the poisoning of Mr Navalny with a chemical nerve agent. This case must be investigated fully.
— Roberta Metsola (@EP_President) September 4, 2020
Durissima anche la posizione espressa ieri sera dal governo tedesco, a capo della presidenza di turno al Consiglio dell’UE. “Il fatto che Alexei Navalny sia stato vittima di un attacco con un agente nervino chimico in Russia è scioccante. Il governo federale condanna questo attacco con la massima fermezza possibile”, afferma una nota diffusa dal portavoce di Angela Merkel dopo una riunione tra la cancelliera e i principali ministri coinvolti nel dossier. “Il governo russo – si legge ancora – è urgentemente invitato a rilasciare una dichiarazione sull’incidente”.
Berlino, dopo aver accertato che di avvelenamento si tratta ha informato la moglie di Navalny e i medici che lo curano, e “il ministero degli esteri federale informerà l’ambasciatore russo sui risultati del test”. Il governo federale inoltre contatterà l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW).
A questo punto l’Unione Europea chiede il massimo impegno proprio alla Russia: “È essenziale che il governo russo indaghi a fondo e in modo trasparente sul tentato omicidio di Navalny. Il caso non deve rimanere irrisolto, i responsabili devono essere consegnati alla giustizia”. E nell’augurare “una pronta e completa guarigione ad Alexei Navalny”, l’Alto rappresentante ha avvertito che “l’Unione Europea continuerà a seguire da vicino la questione e discutere delle sue implicazioni”.
Alexei Navalny, tra i più noti oppositori del presidente russo Vladimir Putin, si trova ricoverato nell’ospedale berlinese da venerdì 21 agosto 2020. Era stata la cancelliera tedesca Angela Merkel a mobilitarsi per il trasferimento in Germania del dissidente russo dall’ospedale della Siberia in cui si trovava ricoverato dal giorno prima, giovedì 20 agosto. Navalny era diretto a Mosca in aereo, ma durante il volo aveva accusato un malore e il pilota era stato costretto a un atterraggio di emergenza. Da quel momento è stato ricoverato in terapia intensiva a Omsk, fino al suo trasferimento all’ospedale Charité di Berlino, dove il 24 agosto i primi test hanno rivelato segni di avvelenamento.