Bruxelles – Mentre a Minsk e in altre città bielorusse continuano le proteste anti-Lukashenko, già nei giorni scorsi era arrivato il sostegno alla causa dei manifestanti da parte del Patto delle Città Libere del gruppo di Visegrad, di cui fanno parte i sindaci centristi di Varsavia, Budapest, Praga e Bratislava.
Il primo cittadino della capitale polacca, Rafał Trzaskowski, esponente di Piattaforma Civica ed ex candidato alle presidenziali, dà notizia del comunicato congiunto dei quattro sindaci in un tweet di mercoledì scorso. Con Matúš Vallo (Bratislava), Gergely Karácsony (Budapest) e Zdeněk Hřib (Praga), non esita a condannare le violenze delle autorità, ribadendo che “il futuro della Bielorussia appartiene ai suoi cittadini”. I sindaci chiedono “misure contro i responsabili degli attacchi violenti” ed in generale esortano l’UE a “rivedere la sua politica nei confronti della Bielorussia. La nostra comunità europea deve prendere una solida posizione nella battaglia per la democrazia in questo Paese”. I quattro municipi espongono “con orgoglio” la bandiera storica della Bielorussia, bianca e rossa, esprimendo così solidarietà verso quei “cittadini di tutti i ceti che hanno il coraggio di dire la verità e marciare per la libertà”.
https://twitter.com/trzaskowski_/status/1298565053147488256
Il Patto delle Città Libere è nato a dicembre del 2019 ed è stato firmato alla Central European University, un mese dopo le celebrazioni per il 30° anniversario dalla caduta del Muro, con l’intento di chiedere ai rispettivi governanti che i fondi UE, soprattutto quelli di coesione, venissero reindirizzati direttamente al livello regionale in caso di frode, corruzione o mancato rispetto dello stato di diritto. Il Patto si poneva dunque in opposizione diretta ai governi populisti e “illiberali” dei rispettivi paesi, promuovendo una cooperazione rafforzata tra città, mettendo in comune risorse e individuando soluzioni vicine ai cittadini senza tenere conto delle affiliazioni partitiche.
La dichiarazione di Trzaskowski e degli altri sindaci è stata ripresa dal presidente del Comitato europeo delle regioni, Apostolos Tzitzikostas, che con il primo cittadino polacco condivide la famiglia politica, e che plaude ai “leader locali dell’UE che si mobilitano per sostenere i cittadini e le comunità locali della Bielorussia”. Così facendo, il presidente del CdR, insieme ai sindaci delle Città Libere, risponde idealmente alle dichiarazioni dei presidenti del gruppo di Visegrad, che in un comunicato a margine del Consiglio europeo straordinario del 19 agosto avevano esortato “qualsiasi attore straniero ad astenersi da azioni che potessero compromettere l’indipendenza e la sovranità della Bielorussia”.
La situazione in Bielorussia sarà all’ordine del giorno della Conferenza dei presidenti del CdR il 10 settembre. L’Ufficio di presidenza dovrebbe adottare una dichiarazione sul tema a nome del Comitato, che si atterrà con tutta probabilità a quella già individuata dalle altre istituzioni dell’UE.
Ma di Bielorussia il Comitato delle regioni si occupa già dal 2011, grazie a un’iniziativa tutt’ora poco conosciuta: la Conferenza degli enti regionali e locali per i sei paesi del partenariato orientale (Corleap). Tramite la Corleap, il CdR coordina la rappresentanza degli enti regionali e locali dei paesi del partenariato orientale UE, integrando gli sforzi delle istituzioni UE nell’attuazione della politica europea di vicinato. La prossima co-presidenza di turno della Conferenza, che comincia il 1° ottobre, spetta proprio alla Bielorussia, ma solo se la crisi in corso verrà ricomposta in tempo.
La Corleap esporta il modello di rete tra città e regioni del CdR promuovendo una vera e propria “city diplomacy“, quindi una cooperazione tra livelli governativi locali, o comunque più bassi rispetto al nazionale. Lo ha fatto anche con Minsk, facendo così eco al già forte impegno portato avanti dalla delegazione UE nella capitale bielorussa, che ha molto lavorato su self-governance, decentramento e sviluppo territoriale, individuando nei sindaci i motori privilegiati del cambiamento. A questo si aggiunge l’operato di Pawel Adamowicz, ex sindaco di Danzica e membro del CdR che, prima di essere assassinato, aveva proposto di sostenere iniziative di formazione per i candidati alle elezioni locali bielorusse, ivi compreso il monitoraggio elettorale.
Anche Alexander Lukashenko aveva promesso nel 2017, a seguito di un incontro da lui stesso richiesto con l’ex presidente del CdR Markku Markkula, di istituire un’associazione dei governi locali. Ma è un impegno che non si è mai concretizzato: un atteggiamento che oggi non desta più alcuna sorpresa.