Bruxelles – Completare il percorso di approvazione del Recovery fund, il fondo della ripresa da 750 miliardi di euro, dovrà diventare una priorità assoluta per l’Unione europea nei prossimi mesi, al fine di far partire in concreto la ripresa del continente. “L’economia europea sarà sottoposta a un forte shock dopo l’estate” e Bruxelles “deve essere pronta ad affrontare una situazione molto difficile”, avverte Josep Borrell. Se non dovesse arrivare la luce verde da tutti i Parlamenti nazionali sul fondo chiamato dalla Commissione Next Generation EU, “per l’Unione sarà un grande fallimento”, aggiunge l’alto rappresentante UE per la politica estera e di sicurezza. “Spero che non accada”.
Il capo della diplomazia europea è intervenuto lunedì 31 agosto al Bled Strat Forum, tenutosi in Slovenia, e si è concentrato insolitamente su questioni di politica interna all’Unione, più che di politica estera. Dopo lo storico accordo raggiunto in seno al Consiglio europeo del 17-21 luglio, il percorso di implementazione del fondo per la ripresa – che si divide tra prestiti (360 miliardi) e sussidi a fondo perduto (390 miliardi) – è solo all’inizio. Lo strumento messo in campo dalla Commissione europea dovrà essere approvato in blocco insieme al Bilancio comunitario pluriennale (2021-2027) dal Parlamento UE ma soprattutto dovrà essere ratificato singolarmente dai Ventisette Parlamenti nazionali. E non è scontato che sia un processo così rapido. “Non sarà facile”, avverte Borrell.
La più grande sfida che l’Unione europea si troverà ad affrontare nei prossimi mesi in relazione al Covid-19 riguarda per Borrell proprio la dimensione economica, strettamente connessa a quella sociale. “Molti Stati membri si troveranno di fronte a un forte incremento della disoccupazione”. Questo soprattutto in conseguenza alle misure restrittive introdotte per fronteggiare la pandemia, e che hanno di fatto congelato la crescita di molte economie europee. “Dobbiamo controbilanciare queste tendenze negative tramite nuovi investimenti”, propone, tenendo però a mente “che si investe per produrre di più ma se non c’è domanda è inutile anche aumentare la produzione. Dobbiamo quindi mantenere i salari della popolazione sugli standard attuali”. Ma in questo quadro negativo, implementare il fondo di ripresa rappresenta una questione “decisiva”, anche se non sarà semplice.
Ribadisce poi che dalla Commissione europea non saranno concessi “fondi a pioggia” agli Stati membri per risanarne le economie. Ma le risorse andranno indirizzate da parte dei governi europei in percorsi di riforma che li rendano “più sostenibili, più ‘verdi’ e più digitali”. Gli Stati membri dovranno infatti preparare entro il mese di ottobre dei piani di riforma per dare modo alla Commissione di capire quali saranno le priorità di spesa e in quali campi saranno investiti i fondi europei. Sarà anche un modo per l’Esecutivo di capire come gli Stati amministrano e gestiscono le risorse che arrivano da Bruxelles.