Bruxelles – La pandemia di Coronavirus ha rallentato anche lo schema di ricollocamento coordinato dalla Commissione europea per trasferire minori non accompagnati e altre categorie di soggetti ‘vulnerabili’ dalle isole della Grecia ad altri Paesi dell’UE disposti ad accoglierli. L’iniziativa era stata annunciata nei primi giorni di marzo, con l’idea di ricollocare almeno 1.600 minori non accompagnati rifugiati lì.
Gli sforzi dell’Esecutivo europeo per alleggerire la pressione migratoria sulla Grecia, aggravatasi dopo la decisione della Turchia di lasciare libero il passaggio ai migranti verso l’Europa, sono stati rallentati in questi mesi dalla necessità di fornire una risposta europea alla crisi del Coronavirus, ma non si sono del tutto fermati. Il governo di Atene già a settembre 2019 aveva chiesto l’intervento dell’UE per il ricollocamento, ma la solidarietà degli altri Stati europei è scattata solo mesi dopo, dopo il lasciapassare deciso dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Sono 59 i bambini rifugiati vulnerabili ricollocati in Lussemburgo e in Germania nell’aprile di quest’anno, trasferiti da centri di accoglienza stipati sulle isole greche, nel pieno della pandemia Covid-19. Nei mesi successivi altri sei sono andati in Germania, mentre 50 hanno lasciato la Grecia per trasferirsi in Finlandia, 25 sono arrivati in Portogallo e 18 sono andati in Belgio. Da venerdì 21 agosto, 49 sono andati in Francia, portando il totale complessivo a 207. Questi i dati diffusi dall’UNHCR, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.
Le operazioni proseguono a rilento, ma proseguono. Finora sono undici i Paesi dell’UE che hanno accettato di trasferire circa 1.100 dei 1.600 minori non accompagnati destinati al trasferimento dalla Grecia. Il Paese, si legge sul sito dell’UNHCR, ha attualmente un totale di 4.558 minori non accompagnati, di cui circa il 25 per cento si trova nelle isole dell’Egeo.