Bruxelles – La risalita dei casi di contagio da Coronavirus in molti Paesi europei sta provocando nuove misure restrittive da parte di alcuni governi. Per questo la Commissione europea il sette agosto ha scritto una lettera a tutti gli Stati membri e al Regno Unito perché “sia evitata una seconda ondata di azioni scoordinate per combattere il COVID19”.
Dal 15 giugno molti Paesi europei hanno riaperto i confini interni, ripristinando la libera circolazione dentro lo spazio Schengen nella speranza di rivitalizzare l’economia e in particolare, vista la stagione, il settore turistico, tra i più segnati dalla pandemia. Se nelle chiusure ogni Paese ha fatto per conto suo, sulla riapertura delle frontiere i ministri europei sembrano più o meno aver trovato un compromesso sul non prolungare oltre il mese di giugno le restrizioni alla libera circolazione interna.
La gestione delle frontiere, interne ed esterne, è competenza esclusiva degli Stati membri e le istituzioni europee possono solo coordinare una strategia comune per non svantaggiare alcuni Stati rispetto ad altri. Trasparenza nei dati epidemiologici, principio di non discriminazione e coordinamento sono le priorità indicate da Bruxelles per una riapertura dei confini.
Quanto ai confini esterni, gli Stati membri hanno concordato martedì 30 giugno sulla riapertura delle proprie frontiere a partire dal primo luglio a una lista limitata di 15 Paesi: Algeria, Australia, Canada, Georgia, Giappone, Montenegro, Marocco, Nuova Zelanda, Ruanda, Serbia, Corea del Sud, Thailandia, Tunisia, Uruguay e Cina (Pechino è l’unica condizionata al principio di reciprocità). La lista sarà rivista e aggiornata ogni 14 giorni, valutando di volta in volta a quali nuovi Paesi terzi riaprire in base all’evoluzione delle loro condizioni epidemiologiche e alla loro risposta alla crisi sanitaria.
I rappresentanti degli Stati membri a livello di ambasciatori hanno deciso martedì 14 luglio di fare uscire Serbia e Montenegro dalla lista dei Paesi extra UE ai quali riaprire le frontiere esterne a causa del deteriorarsi delle loro condizioni epidemiologiche.
I rappresentanti degli Stati membri hanno deciso mercoledì 29 luglio di escludere l’Algeria dalla lista dei Paesi extra UE ai quali riaprire le frontiere esterne. Rimangono nella lista di Paesi a cui si raccomanda la riapertura: Australia, Canada, Georgia, Giappone, Marocco, Nuova Zelanda, Ruanda, Corea del Sud, Thailandia, Tunisia, Uruguay e Cina (che rimane condizionata al principio di reciprocità).
A partire dall’8 agosto, gli Stati membri a livello di ambasciatori hanno escluso il Marocco dalla lista dei Paesi extra ai quali raccomandano la riapertura. Rimangono: Australia, Canada, Georgia, Giappone, Nuova Zelanda, Ruanda, Corea del Sud, Thailandia, Tunisia, Uruguay e Cina (condizionata al principio di reciprocità).
Nonostante le raccomandazioni del Consiglio UE, diversi Paesi stanno decidendo in autonomia a chi riaprire e a chi no. L’Italia è tra questi: con una ordinanza del 9 luglio, il ministro della Salute Roberto Speranza ha vietato l’ingresso e il transito nel Paese per chi, nei quattordici giorni precedenti, ha soggiornato o è transitato in Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana. A questi, con ordinanza del 16 luglio, sono stati aggiunti anche Montenegro, Serbia e Kosovo. Con ordinanza del 24 luglio, il ministero della Salute ha disposto l’obbligo di quarantena per i cittadini che negli ultimi 14 giorni abbiano soggiornato in Romania e Bulgaria. Con ordinanza del 12 agosto, il ministro della Salute ha poi imposto “test molecolare o antigenico, da effettuarsi con tampone” (risultato negativo) per chi arriva in Italia dopo aver transitato o soggiornato in Croazia, Grecia, Malta e Spagna nei quattordici giorni precedenti. Con la stessa ordinanza, l’Italia ha aggiunto inoltre la Colombia ai Paesi terzi per cui è previsto il divieto di ingresso e transito.
In materia di riapertura dei confini e rilancio del turismo, la Commissione europea ha lanciato lunedì 15 giugno una piattaforma online, ‘RE-open EU’, in cui è possibile tenere traccia dei vari aggiornamenti sui confini europei, Stato per Stato.
Le indicazioni sulle riaperture, paese per paese. [Articolo in continuo aggiornamento]
AUSTRIA – Confini aperti per i viaggiatori provenienti da Andorra, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Germania, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Croazia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Monaco, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Romania, San Marino, Svizzera, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Repubblica Ceca, Ungheria, Vaticano e Cipro.
BELGIO – Da lunedì 15 giugno riaperti i confini per coloro che viaggiano all’interno della zona Schengen, ma con possibili restrizioni per i Paesi che appartengono alla zona rossa o arancione. Per controllare gli aggiornamenti su quali Paesi appartengono alla zona rossa o arancione è possibile consultare questo indirizzo. Un test PCR obbligatorio e una quarantena di 14 giorni sono richiesti all’arrivo o al ritorno dalle zone rosse, mentre sono solo raccomandati per quelle arancioni.
A partire dal 26 agosto, il governo belga ha inserito la città di Parigi nella lista rossa delle località in cui è vietato recarsi a causa dell’elevato numero dei contagi giornalieri. Oltre a Parigi ci sono molte altre regioni francesi tra cui Seine-Saint-Denis, Val-de-Marne, Sarthe, Hérault, Alpes-Maritimes, Bouches-du-Rhône e il territorio d’oltremare della Guyana francese.
CROAZIA – I confini sono aperti dal 9 maggio e il Governo non ha previsto forme di quarantena o isolamento.
DANIMARCA – Le frontiere sono chiuse per i cittadini non danesi che non risiedono in Danimarca o non hanno un motivo valido per entrare in Danimarca. A partire dal 15 giugno i cittadini residenti in Germania, Svezia, Norvegia, Finlandia o Islanda, possono entrare nel Paese solo per rimanere “nella casa estiva”.
ESTONIA – A partire dal primo giugno è stata ripristinata la libera circolazione per le persone provenienti dall’Unione europea, dai membri dello spazio Schengen o dal Regno Unito, ma possono applicarsi i requisiti di quarantena. Sono ammesse solo le persone che non presentano sintomi da Covid-19. La quarantena obbligatoria per le persone che arrivano in Estonia dipende dal fatto che il tasso di infezione nel Paese da cui provengono sia superiore a 15 ogni 100.000 abitanti.
FRANCIA – Le frontiere francesi sono formalmente sempre rimaste aperte, se pure con una serie di controlli ai confini. A partire dal 15 giugno non è prevista quarantena obbligatoria per i viaggiatori provenienti dall’UE, dai Paesi Schengen associati o dal Regno Unito, tranne se il paese di origine richiede ai viaggiatori provenienti dalla Francia di mettere in quarantena (per il principio di reciprocità). È prevista invece la quarantena volontaria per i viaggiatori provenienti dalla Spagna in aereo e i viaggiatori provenienti dal Regno Unito. Il governo francese ha mobilitato risorse per 18 miliardi di euro per sostenere il settore turismo in difficoltà a causa della pandemia.
GERMANIA – Dal 16 giugno è stata decisa la riapertura dei confini nazionali per tutti i Paesi membri UE, Regno Unito, e gli altri quattro Paesi dell’area Schengen (Svizzera, Norvegia, Liechtenstein, Islanda). Per i viaggiatori che arrivano da un Paese considerato come “area a rischio” secondo il sito web dell’Istituto Robert Koch, in quasi tutti gli Stati federali si applica una quarantena obbligatoria di 14 giorni. Le aree considerate a rischio sono quelle con un’incidenza di casi registrati nei 7 giorni precedenti superiore a 50 casi per 100 mila abitanti. Tra i Paesi europei sono considerate a rischio la Spagna continentale e Isole Baleari; la provincia di Anversa in Belgio (dal 5 agosto) e la regione di Bruxelles (dal 21 agosto); il territorio francese d’oltremare Guyana francese (dal 21 agosto); alcune aree della Romania e della Croazia.
GRECIA – Il governo greco da lunedì 15 giugno ha riaperto in maniera graduale i confini nazionali anche agli italiani. Tuttavia, i viaggiatori che entrano in Grecia per motivi non essenziali attraverso la stazione di frontiera di Promachonas sono obbligati a presentare, all’arrivo, un risultato negativo del test per Coronavirus eseguito almeno 72 ore prima del loro ingresso. Coloro che arrivano da Bulgaria e Romania dovranno avere un risultato negativo del test molecolare per COVID-19, eseguito almeno 72 ore prima del loro ingresso.
GRAN BRETAGNA – Imposta la quarantena per chi arriva dal Belgio da Bahamas e da Andorra. in precedenza era già stato fissato l’obbligo di isolamento per 14 giorni per chi arriva da Spagna e Lussemburgo.
LUSSEMBURGO – Le frontiere sono aperte per i viaggi da e verso l’Unione europea, compresi il Regno Unito e gli altri quattro Paesi associati all’area Schengen.
NORVEGIA – Ha riaperto dal 15 giugno i propri confini alla Danimarca e alla Finlandia, ma non alla Svezia a causa di un tasso di contagio più alto rispetto agli altri Paesi scandinavi.
PAESI BASSI – Non esistono particolari restrizioni ai Paesi europei e associati dell’area Schengen per l’ingresso, solo i cittadini provenienti da Svezia e Regno Unito dovrebbero andare in quarantena per 14 giorni. I turisti hanno l’obbligo di prenotare il loro alloggio per le vacanze in anticipo.
POLONIA – A partire dal 13 giugno si sono allentate le misure restrittive ai confini per cui i cittadini dell’Unione europea possono entrare in Polonia senza ostacoli. Non è imposta alcuna quarantena obbligatoria ai cittadini europei.
PORTOGALLO – A partire dal 15 giugno possono entrare nel Paese tutti cittadini dei Ventisette Stati membri, più i Paesi associati Schengen (Liechsteinsten, Norvegia, Svizzera e Islanda), passeggeri su voli da Regno Unito, Brasile, Stati Uniti, Canada, Venezuela e Sud Africa. I viaggiatori che volano verso l’arcipelago di Madeira devono presentare un test negativo al Coronavirus effettuato entro 72 ore prima della partenza o, in alternativa, eseguirlo all’arrivo. Coloro che viaggiano verso l’arcipelago delle Azzorre devono presentare la prova del test al Covid fino a 72 ore prima della partenza del volo o eseguirlo all’arrivo (rimanendo in isolamento profilattico fino a ottenere il risultato), o eseguire la quarantena volontaria per un periodo di 14 giorni in un hotel.
REPUBBLICA CECA – Dal 4 giugno il governo ceco ha aperto i confini con la Germania, l’Austria, la Slovacchia, l’Ungheria prevedendo un piano di riapertura totale a partire dal 15 giugno. C’è la possibilità di viaggiare per scopi economici, di studio o familiari con restrizioni molto limitate.
A partire dal 3 agosto sono considerate rischiose dal punto di vista della situazione epidemiologica alcune aree dell’Austria (Alta Austria, Vienna); della Bulgaria (Sofia, Varna, Plovdiv); della Croazia (Vukovarsko, Zagabria, Osjeako); del Portogallo (Lisbona); della Spagna (Catalogna, Aragona, Navarra, Pais Vasco); della Svezia (V’sterbotten, V’stra G’taland, Gàvleborg); della Svizzera (Genf). Per i Paesi considerati zona rossa è necessaria la presentazione di un test negativo al Coronavirus o di un periodo di quarantena.
ROMANIA – Raccomandato l’autoisolamento o quarantena per 14 giorni per coloro che arrivano da Paesi con un’elevata incidenza di infezioni. La lista dei Paesi considerati aree a rischio viene periodicamente aggiornata qui. I viaggiatori provenienti da Paesi non a rischio sono autorizzati a entrare senza restrizioni.
SLOVACCHIA – L’ingresso di cittadini stranieri attraverso la frontiera esterna o la frontiera tra la Repubblica slovacca e la Polonia per il momento non è consentito, ma sono previste eccezioni per i cittadini che arrivano da Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia, Croazia, Islanda, Liechtenstein, Lituania, Lettonia, Ungheria, Malta, Germania, Norvegia, Austria, Slovenia, Swtzerland.
SLOVENIA – A partire dal 13 giugno sono riaperti i confini per i cittadini provenienti da Croazia, Ungheria, Austria, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Germania, Grecia, Islanda, Lettonia, Lituania, Liechtenstein, Norvegia, Slovacchia, Svizzera e anche per coloro che viaggiano dalla Regione italiana, Friuli-Venezia.
SPAGNA – Il primo ministro Pedro Sanchez ha deciso il 22 giugno la riapertura delle frontiere senza limitazioni con tutti i Paesi dell’area Schengen. Dal 4 luglio circa 200.000 persone sono state nuovamente messe in quarantena per contenere un nuovo picco nell’epidemia di coronavirus in Catalogna, nell’area di Segria (intorno alla città di Lerida). Quanto ai confini esterni, a partire dal 4 luglio anche i residenti in Australia, Canada, Georgia, Giappone, Montenegro, Nuova Zelanda, Ruanda, Serbia, Corea del Sud, Thailandia, Tunisia e Uruguay possono entrare in Spagna. Sono sottoposti a condizioni di reciprocità coloro che provengono da Algeria, Cina e Marocco.
SVIZZERA – Il governo ha annunciato la riapertura dei confini a partire dal 15 giugno a tutti i Paesi europei, Italia compresa.
UNGHERIA – Il capo di gabinetto del governo, Gergely Gulyas, ha annunciato il 28 agosto che il Paese chiuderà i confini agli stranieri a partire dal primo settembre per frenare l’aumento dei contagi, mentre agli ungheresi che tornano dall’estero sarà richiesta la quarantena di quattordici giorni. Si prevedono eccezioni alle restrizioni per convogli militari, transito umanitario e viaggi di lavoro.
A partire dal 15 luglio, l’Ungheria ha diviso i Paesi in tre categorie (verde, giallo e rosso) per favorire i flussi turistici da e per il Paese. Per ogni categoria (la suddivisione dei Paesi si trova qui) si applica un diverso insieme di regole di ingresso, salute e quarantena: viaggiatori provenienti da Paesi appartenenti alla categoria verde (tra cui l’Italia) possono entrare in Ungheria senza restrizioni; quelli della categoria gialla o rossa sono soggetti a controlli sanitari obbligatori. Se l’esame sanitario rivela un sospetto di infezione, sarà imposta la quarantena di 14 giorni.