Bruxelles – In seguito alle polemiche sulla sua partecipazione ad una cena a cui erano presenti più di 80 persone violando le regole irlandesi sulla prevenzione del Coronavirus, il commissario europeo al Commercio Phil Hogan (irlandese) ha presentato, la sera del 26 agosto, le sue dimissioni alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che le ha accettate.
Di fatto la presidente della Commissione europea perde una parte importante del suo collegio a meno di un anno dal suo insediamento al Berlaymont, il commissario responsabile di definire i nuovi rapporti commerciali con il Regno Unito dopo la Brexit, ma anche di districarsi nelle trattative commerciali con partner globali cruciali, come Stati Uniti e Cina. Il portafoglio al Commercio, e le responsabilità che ne derivano, sono state affidati ad interim al vicepresidente esecutivo Valdis Dombrovskis.
All’indomani dell’annuncio di dimissioni, la tedesca compare di fronte alle telecamere per rilasciare una breve dichiarazione in cui ha chiesto al governo irlandese di fornire due candidati sostituire Hogan, un uomo e una donna, e poi verrà deciso quale portafoglio sarà assegnato. Alla presidente spetta decidere se farlo rimanere a occupare il portafoglio al commercio, oppure azzardare un rimpasto tra i commissari. Von der Leyen ha ringraziato Hogan per il lavoro svolto come commissario ma non ha risparmiato la considerazione che nelle circostanze attuali, mentre “l’Europa lotta per contenere il contagio da Coronavirus e i cittadini fanno sacrifici per rispettare le restrizioni, i membri della Commissione europea devono dimostrare particolare attenzione alle norme nazionali e regionali in materia”.
‘Golfgate’
“Stava diventando sempre più chiaro che la controversia sulla mia recente visita in Irlanda stava diventando una distrazione dal mio lavoro di commissario europeo e avrebbe minato il mio lavoro nei mesi chiave a venire“, scrive Hogan motivando le sue dimissioni. Dopo aver partecipato alla cena dell’Oireachtas Golf Society (da qui l’idea di ribattezzare il caso “Golfgate”) a Clifden, nella contea di Galway, mentre erano entrate in vigore nuove restrizioni sul Coronavirus, Hogan è stato investito da forti critiche da parte del governo irlandese e anche a Bruxelles era diventato uno dei principali argomenti di confronto tra la stampa e i vari portavoce dell’Esecutivo. Oltre alla partecipazione alla cena, con cui si violavano le norme anti-Covid introdotte dal governo irlandese, il commissario europeo aveva anche dimostrato poca trasparenza circa i suoi spostamenti durante la permanenza irlandese. Secondo alcuni inoltre sembra che non abbia rispettato i quattordici giorni di quarantena imposta a chi giunge nel Paese dall’estero.
Alle polemiche locali è seguita la richiesta di von der Leyen al commissario di rendere conto di tutti i suoi spostamenti compiuti a ridosso della cena mentre si trovava nella nativa Irlanda. Oltre a Hogan alla cena erano presenti anche diversi politici irlandesi di spicco, che in seguito allo scoppio delle polemiche, si sono dimessi dal proprio incarico; tra questi il ministro irlandese dell’Agricoltura, Dara Calleary, e il presidente del Senato Jerry Buttimer. Spinto dalle pressioni del governo di Dublino, alla fine ha lasciato anche Hogan dopo neanche un anno dall’insediamento nella commissione von der Leyen (Hogan fece parte dal 2014 della precedente commissione Juncker in qualità di commissario all’Agricoltura).
In una dichiarazione congiunta, anche il Taoiseach (primo ministro irlandese) Micheál Martin, e il Tánaiste (vice primo ministro) Leo Varadkar e il leader del Partito dei Verdi Eamon Ryan hanno riconosciuto le dimissioni di Hogan. “Anche se questa deve essere stata una decisione difficile per lui personalmente, crediamo che sia la linea di condotta corretta date le circostanze della scorsa settimana. Abbiamo tutti la responsabilità di sostenere e aderire alle linee guida e ai regolamenti sulla salute pubblica “, aggiungono.