Bruxelles – Paese che vai, legge che trovi. In Europa non esiste una legge comunitaria che regoli il settore delle scommesse e del gioco d’azzardo online. L’Unione si è per lo più limitata a indicare ai legislatori dei singoli Paesi aderenti quella che dovrebbe essere la strada principale da seguire. Ribadendo la completa autonomia di ogni Stato membro nel disciplinare le attività di gioco, la Commissione europea richiede che questo venga fatto con due specifiche finalità: quella di tutelare la salute dei propri cittadini dal rischio di sviluppare dipendenza dal gioco d’azzardo e quella di contrastare fenomeni di riciclaggio e finanziamento della criminalità organizzata.
Gioco d’azzardo: i numeri del business
In mancanza di una normativa comunitaria, l’Unione Europea, come si è già accennato, non fa altro che recepire le diverse leggi e direttive votate dalla maggioranza dei singoli Paesi membri. Questo finisce però inevitabilmente per generare un quadro di generale confusione non solo per i consumatori, ma anche per gli stessi provider del gambling online, un business in grado di creare una quantità significativa di posti di lavoro e di gettito fiscale.
Si pensi che in Italia il prelievo erariale può arrivare al 67,5% del margine di competenza degli operatori del settore del gioco d’azzardo, uno dei 5 mercati in maggiore espansione nel corso del decennio 2008-18, negli ultimi 12 mesi del quale ha registrato una crescita di oltre 20 punti percentuali relativa agli incassi provenienti dalle sale da gioco virtuali. Cominciamo quindi a vedere a che punto si trova l’Italia per quanto riguarda la normativa sul gioco.
La normativa sul gioco d’azzardo online in Italia
Nei confronti del gambling online, il nostro Paese si pone a metà strada tra quelli con norme più liberali e quelli con regole decisamente restrittive. Per esercitare regolarmente, i provider devono essere in possesso della licenza AAMS (o ADM) rilasciata dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Gli operatori legali come i casinò che offrono le slot NextGen che si possono trovare su truffa.net recano proprio questo marchio, che li rende sicuri e affidabili sotto ogni punto di vista, totalmente a prova di truffatori. La legge, in questo modo, tutela sia i consumatori che le piattaforme legali; tuttavia, le norme introdotte dal decreto Dignità del 2018 sembrano penalizzare queste ultime, facendo pensare che ci sia ancora da lavorare per arrivare a una normativa perfetta che vigili in maniera equilibrata.
Dall’Italia, passiamo allora alla Gran Bretagna, uno dei Paesi con la regolamentazione più chiara e avanzata.
La normativa sul gioco d’azzardo online in Gran Bretagna
Nonostante la Brexit, è importante dare un’occhiata alla situazione legislativa della Gran Bretagna, la nazione che vanta il più vasto mercato del gioco d’azzardo in Europa. Nel Paese l’attività è strettamente regolata dalla UK Gambling Commission (l’equivalente della nostra ADM), la quale ha ricevuto dal Governo sia il compito di rilasciare le regolari licenze, sia quello di vigilare sul rispetto, da parte degli operatori, di specifici requisiti di onorabilità dal punto di vista finanziario e penale. Sorvegliando in maniera attenta il settore, ma mantenendo al tempo stesso una legislazione decisamente liberale, il Regno Unito rappresenta un esempio da seguire per tutelare in egual modo i consumatori e i fornitori di giochi.
Ma prendiamo in esame ora il caso di un Paese ritenuto tra i meno virtuosi per quanto riguarda la legge sul gioco d’azzardo virtuale: la Francia.
La normativa sul gioco d’azzardo online in Francia e Grecia
Nota per ospitare alcuni casinò fisici molto famosi, la Francia detiene una delle normative più restrittive sul gambling online. Probabilmente proprio per tutelare gli interessi delle grandi sale da gioco terrestri, le autorità del Governo transalpino hanno vietato agli operatori del web la possibilità di proporre i tradizionali giochi da casinò, consentendo loro di offrire soltanto attività come le scommesse sportive e il video-poker.
Altrettanto svantaggioso per gli operatori è il caso della Grecia, dove le licenze sono vendute a prezzi altissimi al fine di garantire un consistente gettito di denaro alle casse statali. Una strategia che scoraggia così la creazione di nuovi posti di lavoro e l’ingesso nel mercato di medio- piccoli operatori legali, non dotati di disponibilità economiche paragonabili a quelle dei grandi nomi già presenti.
Gli scenari sono dunque molto diversi, e non è da escludersi che negli anni a venire le leggi relative al gioco d’azzardo verranno unificate in una unica ottica europea.