Bruxelles – La Commissione europea ha presentato oggi, 24 agosto, la sua proposta al Consiglio UE per sbloccare i finanziamenti del SURE, il meccanismo dell’UE per sostenere l’occupazione e per mitigare gli effetti della crisi del lavoro innescata dal Coronavirus, sostenendo gli strumenti di cassa integrazione. Secondo il piano del Berlaymont, all’Italia spetterebbero 27,4 miliardi di euro, su un sostegno finanziario complessivo di 81,4 miliardi di euro ripartiti tra 15 Stati membri. Al Paese andrebbe la quota più alta in termini assoluti, ma occorre aspettare l’approvazione da parte del Consiglio dell’UE. Le cifre sono ripartite come segue:
Il governo italiano aveva fatto richiesta di attivazione di SURE all’inizio di agosto, chiedendo poco più di un miliardo in più rispetto alla proposta dell’Esecutivo, per 28,5 miliardi di euro. Il meccanismo SURE (Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency), secondo i piani della Commissione europea, può fornire agli Stati membri fino a un totale di 100 miliardi di euro di sostegno finanziario. Finora, la proposta presentata dalla Commissione europea al Consiglio prevede finanziamenti per un totale di 81,4 miliardi di euro e interessano 15 Stati membri ma dal Berlaymont rendono noto che anche Portogallo e Ungheria hanno presentato richieste formali, “che sono attualmente in fase di valutazione”. “I prestiti erogati nel quadro dello strumento SURE saranno basati” su un sistema di garanzie volontarie degli Stati membri e la Commissione prevede che il processo di conclusione bilaterali degli accordi di garanzia con gli Stati membri sarà ultimato a breve”.
Una volta che il Consiglio avrà dato via libera, gli aiuti finanziari saranno stanziati sotto forma di prestiti concessi a interessi agevolati. Questi prestiti, viene precisato nella nota della Commissione, assisteranno infatti gli Stati membri nel sostenere aumenti improvvisi della spesa pubblica per sostenere l’occupazione. Il pilastro del pacchetto europeo anticrisi nasceva con l’idea di realizzare un sussidio pubblico europeo per ridurre gli orari di lavoro, finanziare la cassa integrazione e permettere ai Paesi più colpiti dalla pandemia, Italia e Spagna in primis, di contrastare l’aumento della disoccupazione provocata dal Coronavirus. Non a caso, dopo l’Italia, che ad oggi sarebbe la prima beneficiaria dei fondi, seguono la Spagna con 21,3 miliardi di euro; la Polonia con 11,2 miliardi euro e il Belgio con 7,8 miliardi di euro.
SURE è uno degli strumenti messi in campo dalla Commissione europea per contrastare la crisi del Coronavirus e rientra nel pacchetto europeo anti-Covid, di cui fanno parte anche il meccanismo per il sostegno delle imprese (25 miliardi di euro messi a disposizione dalla BEI, per ottenere fino a 200 miliardi di investimenti) e la possibilità di ricorrere volontariamente ai prestiti del Meccanismo europeo di stabilità (MES) per spese sanitarie dirette o indirette. “Oggi la Commissione europea propone il primo pacchetto di 81 miliardi per SURE, il sostegno ai meccanismi tipo cassa integrazione. Destinatari 15 paesi, 27 miliardi per l’Italia. L’Europa per il lavoro”, il commento del commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, su Twitter.
Grande la soddisfazione dall’Italia. Per il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, si tratta da parte di Bruxelles di un “apprezzamento alle politiche messe in campo in questi mesi dal Governo per la salvaguardia dei livelli occupazionali, che sono state ritenute importanti e degne di essere pienamente sostenute”, oltre che “un riconoscimento della scelta che abbiamo fatto di varare misure molto ampie che sono pressoché integralmente finanziate”, ha commentato in una nota.