Bruxelles – I ministri degli Esteri dell’UE decidono per le sanzioni mirate in Bielorussia e una moratoria sullo sfruttamento delle risorse naturali nelle aree contese tra Turchia, Grecia e Cipro. Il consiglio Affari esteri straordinario va oltre le dichiarazioni di rito, ma l’approvazione delle misure è rimandata alle prossime settimane.
La riunione, iniziata alle 15, si è protratta più del previsto perché i ministri hanno colto l’occasione anche per discutere degli altri temi di attualità. Convocato per affrontare le questioni bielorussa, libanese e del Mediterraneo orientale, si sono aggiunti anche la crisi venezuelana e l’accordo tra Stati Uniti, Israele ed Emirati Arabi per la cessazione della costruzione di insediamenti israeliani nei territori palestinesi, e respinto dai palestinesi.
Sulla Bielorussia espressa piena solidarietà al popolo bielorusso, condanna per le irregolarità elettorali, la violazioni dei diritti umani e l’uso della forza contro manifestanti pacifici. “L’UE non accetta i risultati delle elezioni”, sintetizza l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’UE, Josep Borrell. “Inizia il lavoro per sanzionare i responsabili di violenza e falsificazione”. Le sanzioni mirate verranno messe a punto e saranno approvate nella prossima settimana.
Ungheria, Grecia e Austria le delegazioni dichiaratamente contrarie alle sanzioni. Ciò nonostante non hanno voluto utilizzare il potere di veto, consentendo la decisione di procedere alla definizione delle personalità e delle entità da colpire. Mentre i baltici (Estonia, Lettonia, Lituania) e Polonia ha suggerito di fare dell’UE un mediatore tra il regime di Alexander Lukashenko e l’opposizione. Una linea gradita all’Italia, dell’idea che le sanzioni debbano essere l’ultima risorsa e non la prima opzione, ma anche il governo Conte sceglie la linea delle fermezza e del dialogo.
Per quanto riguarda le tensioni con la Turchia nel Mediterraneo orientale, rinnovato l’appello ad “una immediata descalation” da parte di Ankara e al dialogo. La moratoria sullo sfruttamento delle risorse nelle aree contese è “un’opzione” al vaglio dei ministri, pronti a metterla sul tavolo nelle prossime settimane.
Quanto al Libano, all’indomani dell‘esplosione del porto di Beirut e le dimissioni del governo, l’Unione europea invitano tutti gli attori politici a lavorare insieme per formare un nuovo governo di unità nazionale e impegnarsi nel dialogo con la società civile. Oltre all’assistenza umanitaria, i ministri degli Esteri dei Ventisette si dicono pronti a sostenere la ripresa economica e finanziaria del paese.
Il consiglio Affari esteri in videoconferenza “è stato buono e costruttivo”, il giudizio di Borrell, che dà appuntamento ai ministri degli Esteri nei prossimi giorni.