Bruxelles – La Bielorussia scuote l’agenda politica europea. Il deterioramento della situazione nel Paese all’indomani delle elezioni presidenziali è tale da indurre a organizzare una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri dell’Unione europea. Josep Borrell, l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’UE, ha convocato per domani (14 agosto) un consiglio considerato come quanto mai necessario per affrontare una situazione che a Bruxelles viene percepita come sempre più grave. Una riunione era prevista per il 27 agosto, ma è convinzione che non si possa attendere così tanto.
Il consiglio Affari esteri, spiega Borrell, sarà anche l’occasione per discutere anche della situazione in Libano e di come rispondere, nonché delle azioni della Turchia nel Mediterraneo orientale, con le attivitità di prospezione ed estrazione di gas nei territori contesi di Cipro e nei pressi dei confini greci di Kastellorizo.
La decisione era nell’aria. L’agenda si è fatta improvvisamente così fitta e seria che la possibilità di un consiglio Affari esteri straordinario era già stata paventata nei giorni scorsi. Si Alla fine è avvenuto proprio questo. E’ in particolare la BIelorussia a preoccupare in questo momento. Lo stesso Borrell aveva precedentemente censurato le violenze commesse dalle autorità del Paese contro dimostranti e oppositori e contro il deterioramento della libertà d’espressione e d’informazione.
“Violenza, arresti arbitrari e falsificazione dei risultati elettorali” in Bielorussia. “Discuteremo la questione venerdì 14 agosto durante il Consiglio straordinario per gli affari esteri che ho convocato”, scrive Borrell suo suo blog alla vigilia della riunione dei ministri. “Ovviamente sosteniamo la sovranità e l’indipendenza della Bielorussia, ma non possiamo sviluppare le nostre relazioni ignorando le palesi violazioni dei diritti umani e delle libertà politiche“.
Non è la prima volta che si tengono riunioni straordinarie di ferragosto. Era già accaduto nel 2014, quando l’allora Alta rappresentante Federica Mogherini convocò i ministri degli Esteri – all’epoca 28 – per discutere delle crisi in Ucraina, della crisi in Iraq e dell’emergenza Ebola.