Bruxelles – L’Italia non fa abbastanza per prevenire il rischio incendi. Ne sono convinti in Parlamento europeo, dove spunta un emendamento alla proposta di riforma del Meccanismo di protezione civile UE per costringere il Paese a rispondere alla cabina di regia europea e aderire ai programmi di addestramento comuni. La proposta di modifica con gli emendamenti sarà oggetto di discussione in Aula alla ripresa delle attività dopo la pausa estiva.
E’ il portoghese Nuno Melo ad aver presentato una specifica richiesta di modifica alle regole contenente la denuncia dei presunti limiti del sistema Paese. E’ fuori di dubbio che non passa estate che nello Stivale non si debbano levare in aria gli aerei anti-incendio, ma secondo l’esponente cristiano-popolare (PPE) la tradizione estiva è tale da indurre l’Unione europea a ‘commissariare’ l’Italia.
“La capacità di prevenzione e risposta dei paesi più colpiti da questi fenomeni è spesso fragile o insufficiente”, recita l’emendamento di Melo a proposito del problema degli incendi boschivi. “E’ quindi essenziale e cruciale che siano inclusi questi Stati membri, come il Portogallo, la Spagna, l’Italia o la Grecia, nelle fasi di transizione del meccanismo unionale al fine di migliorare le loro capacità di prevenzione, preparazione e risposta alle catastrofi”.
Insomma, nonostante la più volta riconosciuta efficienza della Protezione civile italiana, si ritiene l’Italia ancora un Paese impreparato a gestire situazioni naturali estremi, quando si verificano e prima ancora che si verifichino.
La richiesta di miglioramento delle politiche di gestione del territorio arriva dall’Italia. E’ Coldiretti a esortare le autorità a promuovere “sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio”. I numeri sembrano confermare le carenze nazionali, denuncia l’associazione agricola. Quella in corso è “un’estate di fuoco, con il 20% di roghi in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno in Italia, con pesanti danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo”. Segno che qualcosa in effetti non va, e in Europa si domandano se non sia il caso di intervenire.