Bruxelles – Niente rispetto dei diritti umani, niente accesso preferenziale al mercato dell’UE. Diventa operativa la decisione dell’Unione europea di sospendere il regime ‘duty free’ per la Cambogia a seguito del deterioramento della situazione all’interno del Paese del sud-est asiatico. Per prodotti quali calzature, articoli di abbigliamento e articoli da viaggio scattano dunque dazi a partire dal 12 agosto. La misura restrittiva riguarda il 20% circa delle esportazioni della Cambogia verso l’UE.
Quello che è ha fatto l’Unione europea non è altro che l’applicazione delle clausola del regime “Tutto tranne le armi” (EBA, dall’inglese Everything but Arms) proprio dell’UE. Si tratta tratta di un regime unidirezionale, che non richiede reciprocità rispetto alle esportazioni di prodotti europei, per aiutare i Paesi meno sviluppati. Tramite il regime EBA l’UE garantisce l’accesso al suo mercato in esenzione da dazi e contingenti per tutti i prodotti, ad eccezione di armi e munizioni, provenienti dai paesi meno sviluppati (quali definiti dalle Nazioni Unite). A norma del regolamento i trattamenti di favore possono essere sospesi in caso di “violazioni gravi e sistematiche” dei principi stabiliti nelle convenzioni internazionali sui diritti umani.
Per la Cambogia, spiegano da Bruxelles, “è temporaneamente sospeso a causa di questioni gravi emerse sistematicamente nel paese in relazione ai diritti umani”. L’UE ha notificato già a febbraio 2019 l’intenzione di procedere contro il governo di Phnom Penh. A distanza di più di un anno nessun passo avanti è stato fatto.
“il nostro costante sostegno non sminuisce l’urgente necessità di ottenere il rispetto dei diritti umani e del diritto del lavoro da parte della Cambogia”, afferma il commissario per il Commercio, Phil Hogan, che si dice “pronto a proseguire il nostro impegno e a ripristinare il pieno e libero accesso al mercato dell’UE per i prodotti provenienti dalla Cambogia, a condizione di assistere a un miglioramento significativo da tale punto di vista”.