Bruxelles – Europa e comunità internazionale raccolgono 252,7 milioni di euro di aiuti per il Libano, dopo l’esplosione della zona portuale di Beirut costata la vita a 150 persone e che provocato danni stimati per tre miliardi di euro. La videoconferenza ospitata dal presidente francese Emmanuel Macron domenica (9 agosto) è riuscita nell’intento di fornire una prima risposta al Paese dei cedri.
Ventotto i Paesi partecipanti – tra cui l’Italia – e cinque organizzazioni internazionali si sono detti pronti ad un’assistenza “tempestiva” e ” ben coordinata sotto la guida delle Nazioni Unite“, per fare in modo che questi aiuti siano pronti praticamente subito e forniti “direttamente alla popolazione libanese, con la massima efficienza e trasparenza”, si legge nella conclusione finale di fine seduta.
L’Unione europea contribuisce con 30 milioni di euro, che si aggiungono ai 33 milioni già mobilitati immediatamente dopo l’esplosione della zona portuale. Non solo. “Con l’aumentare delle esigenze, stiamo fornendo sostegno umanitario a centinaia di migliaia di persone più vulnerabili”, sottolinea il commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič. “In queste ore critiche, l’UE sta fornendo riparo, assistenza sanitaria di emergenza, acqua e servizi igienici e assistenza alimentare”.
Il pacchetto da oltre 250 milioni di euro rappresenta un primo passo verso la ricostruzione del Paese. Otre all’assistenza di emergenza, le parti riunite in videoconferenza sono pronti a sostenere la ripresa economica e finanziaria del Libano. Un sostegno economico che richiede, “come parte di una strategia di stabilizzazione”, che le autorità libanesi si impegnino pienamente “nelle misure e nelle riforme tempestive attese dal popolo libanese”.
La settimana scorsa (4 agosto) il porto di Beirut è stato colpito da una doppia esplosione che ha distrutto l’intera area della città. La causa sarebbe stata la presenza di 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, sostanza esplosiva, sequestrata nel 2013 e tenuta conservata nella zona del porto.