Bruxelles- Indagato dalle procure svizzere e spagnole, accusato di corruzione, evasione fiscale e riciclaggio di denaro, la presenza dell’ex re Juan Carlos al palazzo reale della Zarzuela non era più gradita a nessuno. Ed è probabile che sotto richiesta del premier Sanchez sia stato proprio l’attuale re Felipe VI a chiedere al padre di abbandonare il palazzo reale per non compromettere ulteriormente l’immagine pubblica della monarchia spagnola.
Ma se si ipotizzava a un suo ritiro alla periferia di Madrid, fa notizia la decisione del re emerito di auto-esiliarsi fuori dalla Spagna (secondo “La Vanguardia” sarebbe già a Santo Domingo) e la sua uscita di scena alimenta le accuse di voler fuggire dal Tribunale supremo spagnolo che a giugno scorso ha aperto un’indagine su una somma di 100 milioni di euro che Juan Carlos avrebbe ricevuto nel 2008 su un conto svizzero da parte dell’ex-sovrano dell’Arabia Saudita Abd Allah. Una parte sostanziosa di questi soldi, tra l’altro, sarebbe stata forse usata per mettere a tacere una ex amante di Juan Carlos.
Nella lettera di congedo indirizzata al figlio, Juan Carlos ha dichiarato di aver preso tale decisione “con grande serenità, consapevole delle ripercussioni pubbliche generate da certi fatti della sua vita privata e guidato dalla volontà di servire gli spagnoli, le sue istituzioni e il re, manifestando la più assoluta disponibilità per facilitare l’esercizio delle funzioni dell’attuale re, nella tranquillità e nella quiete che richiede la sua alta responsabilità”.
Nel comunicato ufficiale pubblicato dalla Casa reale, il re Felipe VI ha tenuto a ringraziare il padre ricordando “l’importanza storica rappresentata dai 39 anni del suo regno” ma tenendoci a riaffermare al contempo quelli che sono i valori e i principi su cui si basa la Costituzione e l’ordinamento giuridico della Spagna. Fonti del governo spagnolo hanno a loro volta espresso il loro rispetto per la decisione presa dalla Casa reale sottolineando “l’esemplarità e il desiderio di trasparenza che hanno sempre guidato l’operato del re Filippo VI da quando nel 2014 ha succeduto al padre“.
Il vicepremier e leader del partito Podemos, Pablo Iglesias, ha definito “indegna” la “fuga” all’estero di Juan Carlos, che, a suo avviso, dovrebbe invece rispondere delle sue azioni in Spagna e “davanti al suo popolo” poiché la “Spagna del ventunesimo secolo non tollera più corruzione o privilegi”.
L’ex monarca spagnolo non è ancora ufficialmente indagato, ma fonti giudiziarie svizzere, che non sono tenute a rispettare l’immunità garantita dalla legge spagnola a Don Carlos per i 39 anni del suo regno (1975-2014), non escludono che non lo sarà in futuro. L’avvocato Javier Sanchez-Junco, ha assicurato che, nonostante la partenza di Juan Carlos dalla Spagna, il suo cliente resterà a completa disposizione delle procure sia svizzere che spagnole nell’avanzamento delle indagini.