Roma – La nuova strada che l’Europa ha aperto, “non si richiuda in una visione miope che consideri soltanto gli effetti più contingenti della crisi” ma è importante che “al contrario guardi al futuro e a tutti gli aspetti della vita comunitaria dell’Unione”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, porta lo sguardo oltre le scelte di Bruxelles messe in campo per affrontare la crisi, e mette l’accento sulla consapevolezza che “nessuno si salva da solo”, presupposto fondamentale che ha consentito una risposta comune. “Costruire una posizione concorde non è esercizio facile – ha detto riferendosi al recente vertice – eppure noi europei ci siamo riusciti”.
Intervenendo alla tradizionale “cerimonia del Ventaglio” offerto dalla Stampa Parlamentare, il capo dello Stato ha riconosciuto la “condivisone e la solidarietà” da Paesi e popoli a cui ci uniscono “vincoli di civiltà e alleanze solide”. Relazioni che hanno portato le istituzioni europee a mettere in campo “iniziative di qualità e profondamente innovative che hanno una “portata straordinaria e di significato storico”.
Inevitabile il richiamo alle istituzioni e alla società italiana a “fare la sua parte” per utilizzare queste opportunità e realizzare “un programma tempestivo, concreto ed efficace, di rilancio e di innovazione”. È in gioco il futuro insiste Mattarella e per “avviare e sviluppare un consistente processo di crescita”, rafforzando anzitutto “il capitale sociale del nostro Paese, rappresentato da scuola, università e ricerca”.
Nella cerimonia degli auguri di buone vacanze alla stampa che nell’affrontare questo periodo di emergenza “ha dato prova di saper essere al servizio dell’interesse generale e dei cittadini”, il capo dello Stato ha richiamato al rispetto dei comportamenti che hanno permesso all’Italia di superare i momenti più difficili.
“Non possiamo e non dobbiamo dimenticare quel che è avvenuto, quando morivano, quotidianamente, centinaia di nostri concittadini”. E in riferimento al tema della violazione delle regole di cautela sanitaria come espressione di libertà. “Questa non va confusa con il diritto di far ammalare altri – ha ammonito – imparare a convivere con il virus finché non vi sarà un vaccino non vuol dire comportarsi come se il virus fosse scomparso”.