Bruxelles – Il vaccino non è la risposta al problema del COVID-19. Aiuta, ma non elimina il virus. Attenti quindi a facili entusiasmi, perché anche con una cura la situazione non sarà mai veramente risolta. Dunque “una strategia flessibile e integrata, in termini di strumenti e misure complementari”, oltre ad un “approccio coordinato in tutta l’UE, saranno cruciali per consentire l’eliminazione graduale delle restrizioni e il ritorno alla (nuova) normalità”. E’ il messaggio contenuto nell’analisi approfondita condotta dal centro ricerche del Parlamento europeo, che nei fatti ‘bacchetta’ gli Stati membri. “L’eliminazione delle restrizioni in assenza di vaccini e trattamenti richiede misure di monitoraggio potenziate, come una maggiore capacità di test e una migliore tracciabilità dei contatti, anche attraverso l’uso di appropriate tecnologie digitali”.
I governi dunque hanno sbagliato e continuano a sbagliare. Non hanno saputo gestire al meglio la prima fase acuta di diffusione del virus per sistemi sanitari inadeguati e soprattutto impreparati, e poi perché hanno rimosso le misure di confinamento con troppa leggerezza. Perché, sottolinea lo studio, “vi sono pochissime certezze sulla pandemia di Covid-19, ma forse una cosa certa è che nessuna misura isolata è in grado di risolvere tutti gli aspetti della crisi”. Dunque occorrerà continuare a seguire più misure e regole, prima e dopo lo sviluppo di un vaccino che, ribadisce lo studio, comunque potrebbe non bastare.
“Va notato che i vaccini non forniscono sempre una protezione completa contro i virus , né eliminano sempre il rischio di diffusione di tali virus”. Un esempio di ciò è rappresentato dai vaccini anti-influenzali, il cui effetto principalmente è quello di ridurre il rischio di contrarre la malattia e la probabilità di manifestare sintomi gravi.
A oggi c’è una sola soluzione a lungo termine, la combinazione di vaccini in grado di fornire protezione contro future infezioni e trattamenti per chi è già contagiato. In assenza di ciò, “cercare di ridurre o gestire la diffusione usando una serie di misure (isolamento, test e tracciabilità dei contatti) può consentire ai sistemi sanitari di far fronte alla situazione”. Quindi mascherine e distanziamento, per un bel po’, sembrano essere la regola di vita per tutti.