Bruxelles – L’UE ha avviato una spinta contro il razzismo dopo le proteste innescate in molti Paesi dall’uccisione di George Floyd, l’afroamericano rimasto ucciso lo scorso maggio per mano della polizia di Minneapolis. “È giunto il momento di parlare di razzismo, apertamente e onestamente”, aveva dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen intervenendo alla plenaria del Parlamento europea del 17 giugno, che si era aperta con un minuto di silenzio per tutte le vittime di discriminazioni razziali. La vicenda di Floyd ha scosso oltre gli Stati Uniti anche l’Unione europea che al tema del razzismo e delle altre forme di discriminazione ha dedicato un dialogo strutturato sulle con l’idea di sviluppare nei prossimi mesi un piano d’azione europeo per affrontarla. “È arrivato il momento di agire” osserva la presidente, “le parole non bastano”.
Anche nella società europea il problema è diffuso e strutturale. E il tema delle ‘quote di rappresentanza’ riguarda anche le istituzioni europee, aveva ammesso von der Leyen di fronte all’Europarlamento. Anche nel collegio della sua Commissione e nello staff del Berlaymont “la diversità non è ben rappresentata”. Ma non è troppo tardi per invertire la rotta, aveva aggiunto. La presidente torna a insistere sulla necessità di un approccio dall’alto verso il basso in tema di discriminazioni e razzismo, ovvero dando l’esempio all’interno delle stesse istituzioni europee, anche in un confronto con l’intergruppo parlamentare antirazzismo e diversità del Parlamento europeo (ARDI) che si è svolto ieri, 28 luglio. In questa occasione, riporta una nota del gruppo, von der Leyen ha ribadito la stessa “posizione forte e decisiva contro il razzismo, la violenza e l’ingiustizia”. Concetti espressi già nel corso del dibattito in plenaria. Se è “l’istituzione che non è stata in grado di creare l’ambiente” giusto per favorire la rappresentanza anche delle minoranze “allora è l’istituzione che deve cambiare“, ha sottolineato con forza durante la discussione sulla diversità all’interno delle istituzioni dell’UE.
Nonostante la Commissione europea e il Parlamento siano di fatto sensibili alla tematica e ci sia la volontà di cambiare lo status quo, la carenza di diversità all’interno delle istituzioni europee e il fatto che le minoranze siano sotto-rappresentate è un dato di fatto. Sono in molti a sottolineare come sia più facile incontrare persone “non bianche” tra coloro che si occupano di fare le pulizie o di servire in caffetteria, piuttosto che tra i banchi dell’Eurocamera o tra i membri del collegio dei commissari. Lo stesso si potrebbe dire sullo staff e sui funzionari, anche se non è possibile reperire stime ufficiali raccolte dalle istituzioni sulla etnia dei propri membri.
L’intergruppo parlamentare si dice però soddisfatto dell’incontro avuto con von der Leyen. “Dobbiamo partire dall’interno delle stesse istituzioni dell’UE, perché se non lo facciamo e non abbiamo la rappresentanza giusta a tutti i livelli, le domande giuste non verranno mai sollevate o ascoltate”, ha spiegato la copresidente dell’ARDI Samira Rafaela (Renew Europe). L’incontro con la tedesca è stato “costruttivo”, aggiunge anche Pierrette Herzberger-Fofana, deputata tedesca dei Verdi. “Insieme riusciremo a combattere il razzismo e garantire un’Europa in cui il principio di uguaglianza prevale per tutti”.
Come ha affermato la presidente von der Leyen sono le istituzioni in primis a dover cambiare. Ma se il motto dell’Unione europea è quello di “essere uniti nelle proprie diversità”, adesso per gli eurodeputati che rappresentano le minoranze in Europa è arrivato il momento di essere davvero all’altezza di queste parole.