Roma – Puntare sul Sud e colmare i ritardi. L’occasione dei finanziamenti che arriveranno dall’Unione europea, sembra davvero a portata di mano per portare investimenti infrastrutturali, materiali e immateriali, che consentano alle regioni meridionali di riequilibrare i gap trentennali.
La commissaria per le politiche di coesione Elisa Ferreira, proprio nelle ultime settimane e a ridosso dell’accordo sul bilancio e Recovery fund, ha battuto più vo
lte sull’impegno delle risorse a favore delle regioni più vulnerabili. I fondi sono assegnati agli Stati ma ha ribadito in più occasioni Ferreira, “la base nazionale consente inoltre la flessibilità di incanalare i finanziamenti verso le maggiori esigenze”, cioè si può e si deve investire nelle regioni più in difficoltà. “Presterò particolare attenzione per garantire che le regioni meno sviluppate ottengano la loro giusta quota”.
Il Sud tra gli obiettivi prioritari anche per Fabio Panetta, del board della Banca centrale europea, secondo cui “è difficile immaginare uno sviluppo equilibrato in un’economia in cui un terzo dei cittadini ha un reddito pro-capite pari alla metà del resto del Paese e intere regioni sono afflitte da disoccupazione diffusa e carenze infrastrutturali”. Panetta si dice favorevole anche all’idea di puntare su una fiscalità di vantaggio come leva per rilanciare l’economia meridionale.
Il ministro Giuseppe Provenzano annuncia che in tempi brevi sarà pronto un pacchetto di sgravi fiscali a favore del Sud che potrebbe partire già da quest’anno che prevede una riduzione per le imprese del carico contributivo del 30 %. Nelle intenzioni del governo dovrebbe essere un intervento “di una durata abbastanza lunga” dice Provenzano con una doppia finalità, “quella sull’occupazione e indirettamente sull’emersione del lavoro nero”. La misura dovrà essere contrattata con la Commissione europea e secondo il ministro almeno nella prima fase potrebbe essere finanziata dal fondo React EU destinato alla coesione.
In affiancamento agli incentivi, la seconda gamba degli interventi sul mezzogiorno, gli investimenti pubblici e privati che saranno mobilitati dal Recovery fund e su si innesta il “piano per il Sud” già elaborato dal governo nei mesi pre pandemia. Alta velocità e banda ultra larga sono i due cardini infrastrutturali (su cui insistono le raccomandazioni dell’UE) dove saranno riversate gran parte delle risorse ordinarie e straordinarie ripartite tra Roma e Bruxelles fino al 2030. L’obiettivo è di estenderla a tutto il meridione partendo dalle tratte Napoli-Bari e Salerno-Reggio Calabria. Il lock down ha poi evidenziato quanto sia urgente l’intervento sulle autostrade digitali, dove Sud e aree interne sono in grande sofferenza, ostacolando spesso investimenti ad alta tecnologia.
Queste priorità sono state confermate martedì dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in audizione al Parlamento sul PNR (programma nazionale di riforme). I finanziamenti del fondo per la ripresa “potranno essere impegnati fino al 2023 nella realizzazione di investimenti e riforme e il 70% sarà disponibile nel 2021-2022”, ha spiegato il ministro, e “particolare attenzione sarà destinata agli investimenti sul Sud”, condizione necessaria per consentire all’intero Paese di raggiungere livelli di crescita adeguati”.
Nella prima riunione del CIAE (Comitato interministeriale affari europei), cabina di regia delle risorse in arrivo dall’Europa, con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il coordinatore Enzo Amendola erano presenti i ministri economici e in remoto i rappresentanti delle regioni e dei Comuni. E nella ripartizione di massima dei finanziamenti è stata confermato il vincolo minimo del 34 % a favore del Sud che significa 71 miliardi di euro dei 209, tra finanziamenti e prestiti, di cui l’Italia potrebbe disporre.
“Tempi strettissimi lavoreremo anche ad agosto per poter rispettare le scadenze del 15 ottobre indicate dalla Commissione europea e accedere all’anticipo del 10 % dei finanziamenti, ha detto il premier, sollecitando tutti a una risposta efficace e all’altezza della sfida. “Non partiamo da zero” ha aggiunto, ricordando il lavoro degli Stati generali e subito verranno selezionati i progetti che sono più aderenti alle indicazioni del Next generation EU e Recovery fund”. Già oggi (mercoledì) si entra nel vivo con il ministro Amendola ha convocato la prima riunione del comitato tecnico di valutazione con i delegati dei ministeri.