Bruxelles – Sono 22 i procuratori appena nominati nel Collegio della nuova Procura europea che dovrebbe avviare i lavori a fine anno sotto la guida della romena Laura Kövesi, uno per ogni stato membro aderente.
I procuratori europei del Collegio di EPPO (European Public Prosecutor’s Office) opereranno nella sede di Lussemburgo e resteranno in carica per un mandato di sei anni, rinnovabile per un massimo di tre. Le regole transitorie per il primo mandato della Procura impongono che un terzo del Collegio, estratto a sorte, resti in carica per soli tre anni. Tra questi anche l’italiano Danilo Ceccarelli, già sostituto procuratore a Milano e International Prosecutor nella missione EULEX in Kosovo, tra i candidati proposti a fine 2019 dal ministro della giustizia Alfonso Bonafede.
Secondo quanto richiesto dalla Procura europea, i candidati dovevano essere “membri attivi delle procure o della magistratura degli stati membri e offrire tutte le garanzie di indipendenza“. Indispensabile l’esperienza “in materia di indagini finanziarie e di cooperazione giudiziaria internazionale in materia penale”.
Il Collegio della Procura sarà affiancato da procuratori delegati in ciascun stato membro, tre per ogni Paese. Da molti mesi il processo di selezione di questi ultimi era arrivato ad uno stallo per via di Malta, che non aveva “abbastanza candidati eleggibili”. Ma dopo un incontro con il ministro della giustizia maltese e l’intervento della Commissione e della presidenza tedesca, Laura Kövesi ha dichiarato che la situazione è stata risolta e che per Malta saranno nominati due procuratori delegati europei.
La nomina del Collegio fa pensare quindi che presto si arriverà anche alla designazione dell’intero corpus di pm delegati, il che permetterebbe alla Procura di cominciare ad operare entro i tempi previsti. Un altro ostacolo era stato identificato dalla procuratrice nella mancanza di fondi necessari all’effettivo funzionamento di questo nuovo organo, per il quale prevede un carico di lavoro non indifferente già all’apertura.
Che prerogative avrà la Procura europea? Istituita da un regolamento del 2017, avrà un livello centrale a Lussemburgo e uno decentrato negli stati membri, con i procuratori delegati. Si occuperà principalmente di istruire indagini e promuovere azioni penali relative a reati non gestibili dai pm nazionali per via dei limiti territoriali. Si tratta di atti contro il bilancio comunitario e gli interessi finanziari dell’UE, come le “frodi a danno dell’IVA transfrontaliera oltre i 10 milioni di euro, la corruzione e il riciclaggio di denaro”.
E’ un esempio dello strumento della cooperazione rafforzata introdotto dal trattato di Amsterdam, che permette a gruppi di stati di rafforzare la cooperazione su temi ad hoc che non rientrino già tra le competenze esclusive dell’Unione, approfondendo così il processo di integrazione europea.
Organo indipendente, la Procura europea farà in modo che dei reati commessi in uno stato membro si occupino i procuratori di altri stati, per evitare interferenze politiche o di altro genere a vari livelli.
I 22 procuratori sono Frédéric Baab (Francia), Cătălin-Laurențiu Borcoman (Romania), Jaka Brezigar (Slovenia), Danilo Ceccarelli (Italia) , Gatis Doniks (Lettonia), Yvonne Farrugia (Malta), Teodora Georgieva (Bulgaria), Daniëlle Goudriaan (Paesi Bassi), Petr Klement (Repubblica ceca), Tomas Krušna (Lituania), Tamara Laptoš (Croazia), Katerina Loizou (Cipro), Ingrid Maschl-Clausen (Austria), José Eduardo, Moreira Alves d’Oliveira Guerra (Portogallo), Juraj Novocký (Slovacchia), Andrés Ritter (Germania), Maria Concepción Sabadell Carnicero (Spagna), Gabriel Seixas (Lussemburgo), Kristel Siitam-Nyiri (Estonia), Harri Tiesmaa (Finlandia), Yves Van Den Berge (Belgio), Dimitrios Zimianitis (Grecia).