Bruxelles – “L’Unione europea può svolgere un ruolo di guida nella definizione di standard mondiali per un accesso alla Rete uguale per tutti”. Lo afferma il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, in una lettera di risposta a Romano Prodi indirizzata a la Repubblica.
L’ex presidente della Commissione europea, ora presidente della Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli, da lui creata, si batte da tempo per il diritto alla connessione digitale e ha intavolato il dibattito una settimana fa. Nel suo messaggio a David Sassoli, Romano Prodi descrive la connessione come “determinante per la vita come l’acqua o il cibo” e dal forte impatto su attività come “istruzione, sanità, lotta alla povertà, possibilità di creare lavoro”.
Una definizione che si sposa con le considerazioni di Sassoli che vede il tema come “centrale per il futuro della democrazia e del modello sociale europeo”.
Siamo ormai a un crocevia: il Covid19 sta costringendo l’Europa e il mondo a fare un salto di qualità in termini di alfabetizzazione digitale. L’Unione europea è in prima linea in questo. Basti ricordare la discussione in corso in seno alla Commissione UE su un quadro legislativo sui servizi digitali e il dibattito che verrà avviato al riguardo con la Conferenza sul futuro dell’Europa convocata per la fine dell’anno.
“L’impossibilità di accesso alla rete, per ragioni geografiche, economiche o sociali, si è rivelata un pesante elemento di marginalizzazione”, scrive Sassoli, con pesanti conseguenze sul diritto all’istruzione e alla conoscenza di bambini, donne, uomini. “La mancanza di informazioni ha messo a rischio la loro vita”. Fare attività online, inoltre, si basa sul “principio profondamente democratico della neutralità della rete”. All’ora attuale l’UE è l’unica organizzazione internazionale che garantisce per legge questo principio. Ancora, richiamando Prodi, “l’accesso alla Rete deve basarsi su regole di equità, come nel caso dell’energia elettrica o di altri servizi essenziali”.
Si impone quindi la necessità di promuovere il diritto alla connessione come diritto essenziale per l’uguaglianza tra esseri umani.
Il presidente del Parlamento richiama nella lettera il passo importante fatto nel 2016 dal Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu con l’adozione della Risoluzione sulla Promozione, la protezione e l’esercizio dei diritti umani su Internet. Una svolta nella protezione dei diritti delle persone che usano la Rete, che invita gli Stati “ad adottare politiche pubbliche per un accesso universale a Internet”. Già l’allora presidente degli Stati Uniti Obama aveva proclamato nel 2014 Internet “servizio pubblico”. Ma il successore Donald Trump ne aveva poi abrogato la norma relativa alla neutralità della rete.
Ecco che la sfida deve essere raccolta dall’UE che, con il suo impegno costante degli ultimi anni, non da ultimo con il nuovo piano d’azione per l’istruzione digitale, può raccogliere il prezioso testimone e diventare un modello per la democrazia digitale nel mondo.