Bruxelles – Non solo spiagge e superficie del mare, ma anche il fondale è soffocato. L’associazione ambientalista Oceana ha pubblicato oggi un rapporto sugli effetti disastrosi della plastica sul fondo del mare in Europa e nel Mediterraneo.
Le foto delle loro spedizioni confermano che i rifiuti che si accumulano sulle spiagge e sulla superficie degli oceani “rappresentano solo l’1% di tutta la plastica scaricata nell’ambiente marino. Il restante 99% finisce a centinaia di metri sotto la superficie, minacciando aree di alto valore biologico, come monti marini, canyon e scarpate”.
La direttrice della campagna Plastics di Oceana in Europa, Natividad Sánchez, spiega che “attraverso questo studio intendiamo sensibilizzare sulla realtà invisibile del fondale marino profondo. La pulizia delle spiagge e la raccolta dei rifiuti superficiali sono cruciali, ma insufficienti se vogliamo affrontare il problema alla radice della plastica nell’oceano”. Secondo l’attivista “è essenziale ridurre la produzione di materie plastiche monouso e abbiamo bisogno di legislazioni nazionali ambiziose che vadano oltre le raccomandazioni stabilite nella direttiva europea 2019/904″.
Il fondale marino si distingue per la sua elevata biodiversità e come punto strategico di alimentazione e riproduzione per specie emblematiche come coralli, cetacei e squali. Le caratteristiche e le correnti geografiche subacquee, tuttavia, secondo lo studio, incanalano i detriti di plastica e depositano i rifiuti in profondità, creando grandi discariche sottomarine. Inoltre, a causa delle basse temperature e della mancanza di luce, il degrado di questi rifiuti è più lento rispetto alle acque superficiali, in modo che la plastica rimanga intatta per secoli.
“Il fondale marino è il grande dimenticato quando si tratta di governance degli oceani. Nel giro di pochi anni, oasi di vita come monti marini, canyon e scarpate sono state trasformate in discariche. I mari semi-chiusi sono molto preoccupanti, in particolare il Mediterraneo, a causa del sotto la pressione umana e la grande profondità delle sue acque”, afferma il direttore di Expeditions a Oceana in Europa, Ricardo Aguilar.
La vulnerabilità dei paesaggi sottomarini significa che questi ecosistemi sono profondamente influenzati dall’impatto della plastica. In effetti, il costo ambientale di questo danno, rispetto al basso prezzo della plastica, è incalcolabile, poiché una volta colpiti, gli ecosistemi di acque profonde avranno bisogno di secoli per riprendersi.