Bruxelles – Level playing field (parità di condizioni) e accordo “equilibrato” sulla pesca. Sono ancora queste le questioni decisive su cui il Regno Unito “non mostra la volontà” di voler lavorare e fare progressi. E senza avanzamenti nei negoziati su questi punti chiave, il Regno Unito “rende improbabile” stabilire un accordo commerciale con l’UE. È netto il capo negoziatore europeo per la Brexit, Michel Barnier, nel chiarire che dall’ultimo round negoziale condotto con l’omologo britanno David Frost (il sesto in tutto) è emerso chiaramente che un accordo sulle relazioni post-Brexit di UE e Regno Unito è sempre più difficile. Boris Johnson, primo ministro britannico, sperava di arrivarci già entro il mese di luglio ma a questo punto è evidente che non sarà così.
I progressi vanno a rilento, ammette Barnier evidenziando che i nodi irrisolti riguardano il rifiuto da parte di Londra di impegnarsi sulle condizioni per una concorrenza aperta e giusta con l’Unione e su un accordo “equilibrato” in materia di pesca. Quanto alla pesca, il Regno Unito chiede sovranità totale delle acque britanniche, che significa “un’esclusione quasi totale dei pescherecci dell’UE dalle acque del Regno Unito”. E questo per Bruxelles è “semplicemente inaccettabile”.
I negoziati, secondo Barnier, sono a rischio fallimento se Londra non cambierà la sua posizione. E questo significa arrivare alla fine del periodo transitorio, in scadenza il 31 dicembre 2020, senza un Deal. “L’UE ha sempre insistito sul fatto che un partenariato economico con il Regno Unito deve includere regole di parità di condizioni e un accordo equo in materia di pesca. Ciò significa che, con l’attuale rifiuto di impegnarsi in queste condizioni il Regno Unito rende l’accordo commerciale, a questo punto, improbabile”, ha sintetizzato Barnier in una nota. L’obiettivo a cui punta Bruxelles, spiega Barnier, deve essere quello di raggiungere un accordo al più tardi entro ottobre, in modo che il nostro nuovo trattato possa entrare in vigore dal primo gennaio del 2021.
Anche da Londra c’è piena consapevolezza che “rimangono distanze considerevoli nelle aree più difficili” (nella parità di condizioni e sulla pesca), dice David Frost. Sulla parità di condizioni e in materia di pesca chiarisce che “i nostri principi in questi settori non sono semplici posizioni negoziali ma espressioni del fatto che saremo un Paese pienamente indipendente alla fine del periodo di transizione”. Frost osserva però progressi su alcuni punti riconoscendo un approccio più pragmatico alla controparte europea. “L’UE ha ascoltato il Regno Unito su alcune delle questioni più importanti per noi, in particolare sul ruolo della Corte di giustizia (che Londra non vuole riconoscere, ndr), e accogliamo con favore questo approccio più pragmatico”.
Come l’omologo sottolinea che si registrano ancora distanze troppo significative su molte questioni, anche se rimane fiducioso che “l’accordo può ancora essere raggiunto a settembre e che dovremmo continuare a negoziare con questo obiettivo in mente”. La prossima settimana a Londra proseguiranno con i colloqui informali, ha riferito, mentre l’avvio del prossimo round di negoziati è fissato per il 17 agosto.