Roma – “La linea rossa italiana è che la risposta sia adeguata e concretamente perseguibile”. Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte poco prima di entrare a Bruxelles nella sala del vertice a 27 sul fondo di ripresa e il Quadro finanziario pluriennale.
“Ho piena consapevolezza delle divergenze esistenti – ha proseguito – ma anche forte determinazione che dobbiamo superarle, non solo nell’interesse dell’Italia ma dei cittadini europei”.
E’ stata una vigilia molto tesa con i leader che come prevedibile all’inizio di ogni negoziato si sono posizionati tracciando le linee attenti ai rispettivi equilibri nazionali. In particolare i Paesi nordici decisi (Paesi bassi in testa) nella richiesta di riduzione sia della dotazione complessiva di 750 miliardi sia della quota di finanziamenti e di una stretta governance.
Giunto a Bruxelles nella serata di ieri, Conte ha incontrato il presidente francese Emmanuel Macron e ha parlato al telefono con il premier ungherese Viktor Orban, l’austriaco Sebastian Kurz, il ceco Andrej Babis e la finlandese Sanna Marin.
. @MarinSanna "We'll have very difficult negotiations". #EUCO #EUbudget #recoveryfund @eunewsit pic.twitter.com/z2mkWX5TcD
— emanuele bonini (@emanuelebonini) July 17, 2020
Il premier italiano conta sull’asse con Francia e Germania insistendo su una risposta adeguata con la richiesta di “un negoziato da non immiserire con scelte contabili di dare e avere” ma la consapevolezza di una sfida politica dove “in gioco c’è l’Europa, una pronta ripresa e la competitività nel mondo globale, con la Cina e gli Stati Uniti”.
Tra i Paesi nordici il più agguerrito è il premier olandese Mark Rutte che ha manifestato il suo pessimismo prevedendo al di sotto del 50 % le quotazioni di un successo del vertice. A Rutte, che insiste con una condizionalità rigida, legando le riforme nazionali ai veti del Consiglio europeo, Conte ha replicato polemicamente che si tratta di una proposta “fuori dalle regole”.