Bruxelles – Che sarebbe stato un vertice di quelli non semplici, lo si sapeva ed era stato ampiamente anticipato e ribadito. Che c’era voglia di negoziare, in plenaria, in bilaterale, in gruppetti, era stato egualmente annunciato. Da questo punto di vista il programma del vertice dei capi di Stato e di governo dell’UE è rispettato. Il primo giorno di summit i leader lo usano come era lecito attendersi: un lungo giro di tavolo e poi uno lungo stop per negoziare in sedi separate, per smussare gli angoli, appianare le divergenze, e magari mettere sul tavolo nuove proposte.
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, aspetta addirittura due giri di plenaria. Poi alle 17:40, sospende i lavori per annunciare la ripresa alle 20, orario per cui è prevista la cena dei leader. Quasi tre ore per mediare a tutto campo, capire cosa e quanto le singole parti possano concedere, fino a dove ci si possa spingere. Ma comunque spingere per una soluzione. Il tutto nella discrezione e nel riserbo del caso.
Following two rounds of thorough discussions at #EUCO on different issues related to #MFF and Recovery Fund @eucopresident calls for a BREAK until dinner at 8pm.
He will in the meantime organize consultations in smaller formats.
— Barend Leyts (@BarendLeyts) July 17, 2020
I lavori si susseguono in silenzio. Complice anche una situazione che, causa pandemia COVID-19, vede solo pochi addetti nella sede del Consiglio europeo oltre ai 27 leader, si produce un voluto blackout comunicativo che non permette di far trapelare alcunché, così da evitare di correre il rischio di mettere a repentaglio una trattativa tanto delicata quanto complessa.
Nella pausa dei lavori il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, abbandona momentaneamente la sede delle trattative sospese, nel massimo silenzio. I leader hanno concordato di sospendere ogni tipo di dichiarazione fino a quando non sarà il momento. I briefing nazionali previsti così come le conferenze stampa in programma vengono congelati, in attesa degli sviluppi di una trattativa ancora irta di ostacoli e punti interrogativi.
A parlare è solo il premier della Repubblica ceca Andrej Babiš, che in una conferenza stampa, nella sua lingua, su ZOOM conferma che “c’è un disaccordo sul volume totale del fondo” Next Generatuon EU e senza di esso “non ha molto senso discutere altri dettagli in questa fase”. Spiega anche che il dibattito “è molto complicato e si divide principalmente tra i frugali e il sud”.
I Paesi più attenti alla spesa non contestano più l’idea di sovvenzioni, ma il loro ammontare complessivo e le condizioni con cui erogarle restano nodi da sciogliere. Ma c’è la questione politica dello stato di diritto da risolvere, con il primo ministro ungherese giunto a Bruxelles pronto a minacciare veti.
Si va avanti, e comunque è una buona notizia. Non si è ancora trovata una quadra, ma il tavolo non è saltato. Si continuerà dunque a cena e dopo pasto, come da programma. Era previsto che si lavorasse anche la sera, “fino a orari ragionevoli”, precisano fonti UE. Vuol dire che non si pensava di fare nottata. Ma questo fino ad oggi. Da qui in avanti i piani originali vengono meno, si naviga a vista.
Michel, nella sua non semplice azione mediatrice, dovrà tenere conto anche delle indicazioni che arrivano dal Parlamento europeo, indispensabile per l’approvazione del bilancio comune. Il presidente dell’unica istituzone comunitaria eletta, David Sassoli, è stato chiaro: se si dovesse votare quello su cui si stanno confrontando i leader l’approvazione non sarebbe scontata.
Si ritira nel suo studio con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e i leader di Francia e Germania. Il quadrumvirato è la cabina di regia di un’Europa decisa a portare a casa un risultato, per cui si deve lavorare, magari anche a oltranza.