Bruxelles – Distanziamento, gel disinfettanti e ridotto numero di persone fisicamente presenti. Venerdì 17 luglio, ore dieci, si aprirà a Bruxelles il primo Consiglio europeo organizzato in presenza dopo lunghi mesi di vertici e discussioni virtuali resi obbligatori dallo scoppio del Coronavirus. Dopo cinque vertici in videoconferenza tra i mesi di marzo e giugno, i leader europei tornano a confrontarsi faccia a faccia e non attraverso uno schermo.
Era il 20 febbraio, i leader dei Ventisette cercavano di negoziare (inutilmente) per un nuovo bilancio comunitario a lungo termine e il rischio che una pandemia cambiasse il nostro modus vivendi non solo era lontano, ma addirittura inimmaginabile. Risale quindi a febbraio l’ultimo Summit in cui i leader hanno potuto confrontarsi in presenza. Da allora molte cose sono cambiate ma sul tavolo dei negoziati tornano le trattative sul prossimo bilancio di sette anni a cui nel frattempo si è aggiunta la proposta della Commissione europea di un nuovo strumento finanziario di ripresa, il Next Generation EU, per 750 miliardi di euro.
Da allora è cambiata anche la presidenza di turno alla guida del Consiglio dell’UE: ora, decidere tempi e modi spetta alla Germania e alla cancelliera Angela Merkel che ha già avuto modo di far capire che intende legare la sua eredità politica al superamento della crisi da Covid in Europa. Per far partire la ripresa servirà però un accordo rapido prima della pausa estiva. Dopo l’estate da Bruxelles si temono nuove ondate di contagi e più gravi ripercussioni economiche. Stavolta organizzare un vertice in presenza è fondamentale per cercare di portare a casa un risultato concreto.
In presenza, ma non proprio per tutti
Nonostante le istituzioni europee stiano cercando di ripristinare un clima di ritrovata normalità, il vertice di venerdì e sabato è ben lontano dall’essere considerato un summit tradizionale. Capi di stato e di governo (con delegazioni limitate a soli sei collaboratori), chiusi nel Palazzo Europa del quartiere europeo di Bruxelles, discuteranno per ore e si divideranno in schieramenti su molte questioni, come di consueto.
Lo faranno però a distanza e con l’obbligo di indossare la mascherina in tutti i momenti in cui è impossibile mantenere un distanziamento fisico. Per il vertice vero e proprio è stata predisposta una sala apposita – la più grande presente nell’Europa Building, rivelano fonti ufficiali, con una capienza massima di 350 persone – utilizzata generalmente per i vertici internazionali. Questo consentirà ai leader di sedersi allo stesso tavolo ma rispettare le norme sul distanziamento fisico (di almeno un metro e mezzo).
Per mantenere basso il numero di persone presenti nell’edificio (ed evitare possibili assembramenti) la stampa sarà fisicamente esclusa dal vertice. Sarà però presente a livello virtuale, rassicurano fonti ufficiali. Si fa un’eccezione per un pool limitato di operatori selezionati dal Consiglio in accordo con l’API, l’associazione della stampa estera a Bruxelles, per raccogliere momenti foto e video del vertice. È evidente dalla immagine che garantire il distanziamento fisico tra i giornalisti di almeno un metro e mezzo sarebbe stato complicato.
Arrivi ed eventuali dichiarazioni da parte dei leader europei in entrata e uscita sulla celebre passerella con tappeto rosso, “saranno tutti trasmessi live” attraverso le varie piattaforme del Consiglio anche se, in queste occasioni, non sarà possibile per la stampa fare domande. I giornalisti avranno tempo per pungolare i capi di stato e governo solo durante le conferenze stampa, anch’esse organizzate virtualmente dietro richiesta delle delegazioni nazionali. A quanto si apprende non tutti i Ventisette Paesi hanno avanzato la richiesta al Consiglio, per ora solo 10 delegazioni nazionali e l’Italia è tra questi (insieme a Belgio, Bulgaria, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Slovenia, Repubblica ceca).
Il ‘rituale’ del Consiglio europeo che forse mancherà più alla stampa è legato all’ingresso nell’enorme sala stampa adibita per l’occasione di “persone informate dei fatti”, ovvero portavoce, funzionari, uffici stampa o comunque personalità vicine a qualche leader europeo che periodicamente aggiornano i giornalisti su come stanno progredendo le trattative e su quali nodi rimangono ancora da sciogliere. L’incontro fisico certamente non ci sarà. Ma, apprendiamo, non è da escludere che si trovi qualche escamotage per riprodurre, se pure virtualmente, questo piccolo ma ormai diventato tradizionale momento dei Summit europei.