Bruxelles – L’impressione è che ci si stia avvicinando a un’intesa. Su bilancio comune di lungo termine (MFF 2021-2027) e meccanismo per la ripresa (Next Generation EU) i Ventisette stanno riducendo le distanze, e potrebbe mancare davvero poco. “C’è un ampio consenso” sui principi alla base della proposta negoziale sul tavolo, assicura il commissario per il Bilancio, Johannes Hahn, al termine del consiglio dei ministri per gli Affari europei chiamato a preparare il lavoro dei leader in vista del vertice di questo fine settimana (17 e 18 luglio). “Ovviamente il diavolo si annida nei dettagli”.
Parole che sembrano indicare come ormai manchi meno di quello che può sembrare. E’ vero che il negoziato non è mai stato di quelli semplici, e dunque “permangono molti elementi di disaccordo”, ma ormai verrà lasciato ai capi di Stato e di governo, sotto la guida di Angela Merkel, l’onere di sciogliere i nodi ancora presenti. Sugli elementi chiave del negoziato, ammontare complessivi di bilancio settennale e fondo per la ripresa e ripartizione tra prestiti e garanzie, “alla riunione di oggi (15 luglio) non siamo riusciti a trovare una soluzione”, spiega Michael Roth, ministro per gli Affari europei tedesco e presidente di turno del consiglio Affari generali, al temine della sessione.
L’ultima parola, come vuole la prassi, spetta ai leader, dunque. L’incontro dei ministri era solo propedeutico all’appuntamento vero e proprio dei prossimi giorni, e lo conferma lo stesso Roth. “Anche se permangono questioni molto difficili da risolvere, mi auguro che questa riunione abbia contribuito alla preparazione di un accordo, che consentirà all’UE di emergere più forte dalla crisi”.
Fonti diplomatiche mostrano una certo ottimismo. C’è la sensazione che si possa trovare un accordo già al vertice del Consiglio europeo di venerdì e sabato, e non solo per paura della reazione dei mercati in caso di un nulla di fatto, ma anche per un certo “ammorbidimento” dei Paesi Bassi, rimasti praticamente isolati dagli altri “frugali”, e che potrebbero accontentarsi del mantenimento del loro rebate i di serie regole per controllare l’introduzione delle riforme economiche in quei Paesi che ne hanno bisogno. Si ritiene che il grosso del lavoro sia stato fatto, e che restino davvero i dettagli in cui si possono annidare le insidie da dover definire. Dettagli che, come spesso avviene, possono implicare il linguaggio e l’utilizzo delle parole da utilizzare nei documenti conclusivi e ufficiali.
Al netto di quello che c’è ancora da sciogliere, l’impressione è che “la proposta del presidente del Consiglio europeo sia una base di compromesso realizzabile per gli Stati membri”. Hahn ci scommette, e non solo lui.