Roma – Un’ora di colloquio tra il verde della tenuta del Castello di Meseberg, nel Brandeburgo, tra Angela Merkel e Giuseppe Conte. A pochi giorni dal Consiglio europeo che dovrà fare scelte cruciali sul Recovery plan, la Cancelliera e il premier italiano si sono confrontati sulla linea da condurre per superare le divergenze sulle modalità del piano di rilancio e l’accesso alle risorse finanziate con i fondi comuni.
“Non posso dire con sicurezza che arriveremo a un accordo – ha detto Merkel – la strada è ancora lunga e un solo incontro potrebbe non bastare anche se spero ne basti uno”. Più certa appare sul fatto che “sarà importante che quello che abbiamo previsto come fondo di ripresa sia qualcosa di poderoso e che non sia troppo ridimensionato, quello che abbiamo davanti è un compito enorme”.
La “risposta forte” è l’accento che Conte non si lascia sfuggire entrando poi nel merito del negoziato. Ora è il ruolo del Consiglio e dei capi di governo a dividere, la scelta delle condizioni da porre nella distribuzione del fondo. Il pacchetto negoziale avanzato dal presidente Charles Michel, se alla Cancelliera va bene, per Conte è una buona proposta da cui partire, ma poi avanza le sue criticità. “L’Italia è per una spesa trasparente, vanno bene le regole ma discrezionali non arbitrarie. discrezionali ma non arbitrarie. Siamo favorevoli al costante monitoraggio sulla coerenza dei programmi con la loro attuazione ma nella governance questo compito sia affidato alla Commissione”.
Un punto di caduta in cui il premier italiano non cita i passaggi successivi e le conseguenze di un possibile braccio di ferro con i Paesi nordici che in questi giorni di vigilia hanno ribadito forti riserve, ma lancia un segnale a chi insiste sulla linea dura. “Non credo sia nell’interesse di nessuno, neppure per chi è stato meno colpito dalla crisi, mettere condizionalità rigorose per compromettere l’efficacia del programma e i suoi effetti. Altrimenti perdiamo solo tempo e illudiamo i cittadini europei”.
Nel negoziato la Germania prova a prendere per mano l’Italia, smorzando le ipotesi di veti sul bilancio, e la Cancelliera insiste sulla necessità di superare la crisi in modo solidale. “Non vedo nella posizione italiana qualcosa che metta in pericolo un accordo, oggi abbiamo molte cose in comune ma le dobbiamo trovare anche con gli altri”.
Gli effetti della crisi sul mercato unico e la necessità della risposta coordinata sono condivisi dai due leader. Merkel ammette che i cittadini tedeschi “non stanno soffrendo come altri” ma in un sistema economico strettamente connesso “quando un anello non funziona anche gli altri Paesi vengono colpiti e noi dobbiamo proteggere la salute dei nostri cittadini ma pure l’economia”.
L’attenzione dell’Italia va anche ai tempi dei finanziamenti che devono essere rapidi “per tornare alla massima competitività” dice Conte e “permettere effettività di reazione, e una risposta forte e coordinata a una crisi che ci accomuna tutti”. Con l’appello “a mostrare questa consapevolezza ai 26 capi di Stato e di governo”, e dall’Italia “i migliori auguri alla presidenza tedesca”, il premier conclude il suo breve tour nelle capitali: l’ultimo incontro con il presidente francese Emmanuel Macron, previsto alla vigilia del Consiglio europeo, non è stato confermato, anche se Roma confida che l’Eliseo possa essere un buon alleato per un accordo ambizioso.