Bruxelles – Il sistema europeo non reggerà, e quello Italiano, in prospettiva, sarà sempre più insostenibile. Le proiezioni Eurostat sulle fasce di popolazione mostrano un invecchiamento significativo, con il conseguente problema del sistema previdenziale. Ci saranno sempre più pensioni da pagare, e sempre meno persone che verseranno soldi per permetterne il pagamento.
Guardando al rapporto di dipendenza della vecchiaia, definito come il rapporto tra il numero di persone anziane (dai 65 anni in su) rispetto al numero di persone in età lavorativa (15-64 anni), l’Istituto di statistica europeo rileva che questo indice dovrebbe essere del 57% nel 2100, vale a dire quasi il doppio di quello del 2019 (31%). Ciò significa che “ci saranno meno di due persone in età lavorativa per ogni persona di età pari o superiore a 65 anni”.
Se lo squilibrio sarò forte a livello UE, in Italia sarà ancora più problematico. Il tasso tricolore è atteso al 62,4%, secondo solo a quello della Polonia (64,5%). In pratica per ogni persona in età lavorativa ci saranno due pensioni da pagare. Il sistema si preannuncia prossimo al collasso. Si renderanno necessarie riforme e nuove politiche, più che pensionistiche a livello di sostegno alle famiglie e misure che favoriscano il rientro dei giovani. In Italia il sistema Paese è ancora al momento in grado di sostenersi. Alla fine del 2020 la dipendenza della vecchiaia è del 36,2%, ma nel giro di due decenni entrerà in sofferenza (56,5% nel 2040).
Eurostat sottolinea la natura non certa delle stime. “Data l’incertezza intrinseca delle future dinamiche della popolazione, tali risultati dovrebbero essere interpretati come solo uno di una gamma di possibili sviluppi demografici”. Comunque un campanello d’allarme.