Bruxelles – Da una parte il Coronavirus ferma i migranti, ma dall’altra li favorisce. Se la pandemia di COVID-19 ha fatto diminuire il numero complessivo di cittadini extracomunitari che hanno cercato di raggiungere l’Europa illegalmente, dall’altro le autorità elleniche si sono concentrate sulla gestione dell’emergenza sanitaria allargando le maglie alle frontiere. Ad un generale calo degli arrivi si accompagna dunque una ripresa della marcia via terra, attraverso la regione dei Balcani. Questo il quadro offerto dall’Agenzia di guardia costiera e di frontiera dell’UE (Frontex) nell’ultimo bollettino.
Dai dati a disposizione emerge che il numero di migranti irregolari che hanno attraversato i confini dell’UE a giugno è rimasto “approssimativamente in linea” con quello di maggio, vale a dire 4.500 in totale. Analizzando però non il dato mensile ma quello semestrale, si evidenzia come nella prima metà del 2020 il numero di passaggi di frontiera illegali alle frontiere esterne dell’Europa risulti diminuito di “quasi un quinto” rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un totale di circa 36.400 persone intercettate ai valichi. Questo calo si deve “principalmente a causa degli effetti della pandemia di COVID”, rileva Frontex.
I Balcani occidentali sono diventati la rotta migratoria “più attiva” a giugno, con 2.050 rilevamenti di valichi di frontiera illegali, ossia il 70% in più rispetto a maggio e quasi il triplo rispetto a un anno fa. Il numero di migranti che attraversano i Balcani occidentali è aumentato a causa del maggior numero di persone che erano originariamente sbarcate in Grecia e all’allentamento delle misure COVID da parte delle autorità nazionali della regione. Nella prima metà di quest’anno, quasi 9.300 migranti sono stati rilevati alle frontiere dell’UE nella regione, il 73% in più rispetto ai primi sei mesi del 2019. Due migranti su tre individuati nella regione finora quest’anno erano siriani, mentre gli afgani rappresentavano il 17% dei valichi di frontiera.
Resta piuttosto attiva anche la rotta del Mediterraneo centrale, quella che interessa l’Italia. Il numero di migranti che hanno raggiunto l’Europa lungo questa via a giugno è sceso di quasi il 50% rispetto a maggio, con poco più di 900 arrivi irregolari. Ma nella prima metà di quest’anno, il totale per la regione ha raggiunto quasi 7.200, che è il doppio rispetto a lo stesso periodo del 2019. Ciò è in gran parte dovuto ai numeri più alti dall’inizio del 2020 rispetto ai valori molto bassi di un anno fa. Cittadini di Tunisia e Bangladesh costituivano la maggior parte delle rilevazioni nel Mediterraneo centrale.
E’ in particolare lungo le rotte migratorie del Mediterraneo occidentale e orientale che si registrano i cali più accentuati sul semestre.
Secondo i dati a disposizione di Frontex nel mese di giugno lungo la rotta del Mediterraneo orientale sono passati in modo irregolare circa 200 persone, “anche se si prevede che questo numero sarà più elevato in base al calcolo dei dati definitivi”. Il numero finale si attende ad ogni modo “vicino alla cifra di maggio e rimanere tra i totali più bassi registrati su questa rotta almeno dal 2009”. Su scala semestrale il numero totale di rilevamenti è sceso di quasi la metà, a circa 11.900. Cittadini di Afghanistan e Siria hanno rappresentato il maggior numero di migranti rilevati.
Nella rotta migratoria che collega il Marocco alle coste della Spagna, a giugno sono stati rilevati circa 750 attraversamenti di valichi di frontiera illegali, che equivale ad un aumento dell’8% rispetto a meggio. Per la rotta del Mediterraneo occidentale, però, il totale per i primi sei mesi del 2020 si è dimezzato rispetto al primo semestre del 2019, scendendo a quaota 4.500. Algerina e marocchina le principali nazionalità sulla rotta in questione.