Bruxelles – Tutela dello stato di diritto e bilancio per i prossimi sette anni. Commissione e Parlamento europeo fanno fronte comune sulla necessità di inserire nel pacchetto del prossimo Quadro finanziario pluriennale (QFP) anche un regolamento a protezione delle risorse di bilancio in caso di carenze sullo stato di diritto da parte degli Stati membri.
Si tratta di una nuova condizionalità ai fondi europei per cui a chi non rispetta i valori dell’Unione europea può essere precluso, in toto o in parte, l’accesso alle risorse. Secondo la proposta della Commissione (risalente al maggio 2018) per carenze sullo stato di diritto s’intende un pericolo “dell’indipendenza della magistratura, la mancata prevenzione, la correzione e la sanzione di decisioni arbitrarie o illecite da parte delle autorità pubbliche e la limitazione della disponibilità e dell’efficacia dei rimedi giuridici”. Sulla sua introduzione restano però reticenze e divisioni in seno al Consiglio, tra gli Stati membri, che la prossima settimana dovranno trovare un compromesso sul bilancio e sul nuovo strumento per la ripresa, Next Generation EU.
In tema di stato di diritto, per la Commissione europea vincolare i fondi del prossimo bilancio settennale al rispetto dei valori comunitari rimane l’opzione più funzionale. Si tratterebbe di un meccanismo nuovo e trasparente per proteggere le risorse del bilancio, ma soprattutto più efficace rispetto alle iniziative attualmente previste per punire gli Stati che non rispettano questi valori, come le procedure di infrazione o la sospensione del diritto di voto in seno al Consiglio nel quadro dell’articolo 7 del Trattato di Lisbona. A poco più di una settimana dal summit tra capi di stato e governo, fissato per il 17-18 luglio, i commissari europei Johannes Hahn e Didier Reyenders, rispettivamente responsabili per il Bilancio e la Giustizia, si sono confrontati con gli eurodeputati riuniti in plenaria sulla questione. Dal dibattito è emersa una posizione solida da parte del Parlamento europeo, che si dice pronto a dar battaglia per la condizionalità, facendo valere la sua funzione di bilancio e controllo.
“Non apporremo una firma sul bilancio senza un buon negoziato approfondito” ammonisce Petri Sarvamaa del Partito popolare europeo. Tutto il gruppo politico vede questo regolamento come una parte essenziale del prossimo bilancio dell’UE a lungo termine. “Eravamo pronti ad iniziare i negoziati l’anno scorso, ma non abbiamo mai avuto risposta dal Consiglio”. Si tratta della “conditio sine qua non per avviare i negoziati sul bilancio nei prossimi mesi tra Consiglio e Parlamento”, aggiunge anche Eider Gardiazabal Rubial dei Socialdemocratici. Al nuovo meccanismo serviranno “regole chiare e certe, con criteri per definire le violazioni dello stato di diritto che siano ben definiti e basati su indicatori misurabili e verificabili” ritiene Mario Furore, eurodeputato del Movimento 5 stelle.
Per rendere il sistema di tutela più efficiente, serve un processo decisionale più rapido ed efficace di quello attuale in seno al Consiglio. E la Commissione si spinge anche oltre proponendo di introdurre un sistema di voto a maggioranza qualificata inversa per riuscire ad attivare la condizionalità, invece di una semplice maggioranza qualificata (con cui è più semplice formare una minoranza di blocco tra i Paesi membri). “Solo così potremmo garantire un’approvazione rapida” ricorda Reynders. Il rischio è quello di trovarsi continuamente in situazioni di stallo. Strappare ai Ventisette un accordo sulla condizionalità non sarà semplice, ma ancora meno lo sarà trovare il compromesso sulla maggioranza inversa. Nell’ultimo summit dei capi di Stato e governo in cui si è discusso di bilancio di lungo termine, la proposta di conclusioni menzionava l’inclusione della condizionalità dello stato di diritto, prevedendo però solo un voto a maggioranza qualificata. Era il 20 febbraio 2020 e i Ventisette alla fine non hanno trovato un accordo sul bilancio. Ora, la situazione è cambiata, la pandemia ha reso più urgente l’approvazione del bilancio per sbloccare le risorse ed è nell’interesse di tutti finalizzare un accordo in tempi rapidi.