Bruxelles – Gli interessi comuni che contano più delle divergenze crescenti. La Turchia è per l’Europa un partner importante e irrinunciabile, e dunque “l’attuale tendenza negativa nelle nostre relazioni deve essere superata e riconvertita” dice Josep Borrell. Per l’emiciclo del Parlamento europeo riunito in plenaria usare l’espressione “tendenze negative” per descrivere i rapporti attuali tra Bruxelles e Ankara è forse riduttivo. Ma dalla gestione dei flussi migratori all’escalation in Libia e in Siria, l’alto rappresentante UE per la politica estera e di sicurezza ha sempre cercato di mediare le tensioni crescenti tra Bruxelles e Ankara, senza accendere uno scontro diretto.
Con la Turchia l’Europa cerca una “relazione costruttiva” spiega il capo della diplomazia europea. Ma sono mesi ormai che nel Mediterraneo orientale la Turchia “mostra una preoccupante assertività”, non rispettando lo spazio aereo sulle isole greche nel Mar Egeo (facendo volare i propri aerei) e soprattutto con repentine operazioni di perforazione di gas nella zona economica esclusiva di Cipro. Su questi temi, “abbiamo inviato messaggi chiari alla Turchia” assicura Borrell, reduce da un viaggio di due giorni ad Ankara. “Siamo determinati a proteggere principi, valori, frontiere e diritti sovrani degli Stati membri e continueremo anche a lavorare per una soluzione politica in Siria e in Libia”. Su questi due conflitti, per i quali Bruxelles cerca una soluzione politica, la “Turchia rimane uno degli attori più importanti”.
Dei punti di contatto citati da Borrell spicca soprattutto la gestione dei flussi migratori da parte della Turchia, a cui Bruxelles non intende rinunciare. Ma una politica estera sempre più aggressiva da parte di Ankara preoccupa il Parlamento europeo, che parlando con Borrell sulla situazione nel Mediterraneo orientale si chiede se l’UE non debba essere meno assertiva e più decisa nel difendere la propria dignità “dai ricatti” di Recep Tayyip Erdogan, presidente turco. “La Turchia è un partner importante per l’Europa, ma la diplomazia della cannoniera turca, le perforazioni illegali nella zona economica esclusiva di Cipro, le violazioni dello spazio aereo greco e i suoi attacchi al confine greco non sono esempi di un partenariato costruttivo” ha sottolineato Manfred Weber, capogruppo del PPE. Per l’eurodeputato le azioni del governo turco stanno attualmente “aggravando le tensioni nella regione del Mediterraneo, mettendo in pericolo stabilità e sicurezza in Europa. Dobbiamo essere pronti a fare di più per proteggerci dall’aggressione turca ai nostri confini meridionali”,
“Abbiamo permesso a Erdogan di tenerci sotto ricatto con la minaccia dei migranti nei Balcani” conviene anche Vincenzo Sofo, europarlamentare della Lega, secondo cui ora “rischiamo la stessa sorte nel Mediterraneo, dove l’avanzata turca fomenta il caos e le loro Ong indottrinano i popoli all’ideologia neo-ottomana”. Per il capo della diplomazia europea i toni dell’Eurocamera sono quasi bellici mentre l’approccio di Borrell è diverso, più diplomatico nel tentativo di soppesare gli interessi in ballo per l’Unione europea. “Stiamo cercando di evitare gli scontri” dice in conclusione al dibattito, ricordando che le frizioni internazionali si risolvono con fermezza ma con il dialogo. “Le dinamiche di ritorsione non rendono il Mediterraneo una zona più sicura e stabile. Ciò sarà raggiunto solo attraverso il dialogo e i negoziati laddove esistono discrepanze”.
Il dibattito di oggi in plenaria segue la visita di Borrell di due giorni ad Ankara. “Attualmente la situazione è lungi dall’essere ideale”, aveva detto Borrell martedì 7 luglio in conferenza stampa congiunta con l’omologo turco Mevlut Cavusoglu. “Ci sono molti problemi seri che richiedono la nostra attenzione immediata”. L’atteggiamento della Turchia preoccupa non solo il Parlamento, ma anche gli Stati. La Francia ha avanzato la proposta di imporre nuove sanzioni alla Turchia per le sue attività di perforazione vicino a Cipro. Di questo discuterà la prossima settimana il Consiglio Affari Esteri, in programma lunedì 13 luglio, in cui ministri potrebbero prendere in considerazione nuove sanzioni contro Ankara anche se Borrell si è espresso chiaramente sulla necessità di risolvere le controversie attraverso il dialogo. Anche perché Cavusoglu ha già fatto sapere che se “l’UE prenderà ulteriori misure contro la Turchia, dovremo rispondere”.